Nella diocesi di Kakamega, in Kenya, c’è una scuola speciale intitolata all’Arcangelo Raffaele e gestita da missionari. Qui sono accolti 146 bambini con problemi mentali, che diversamente non avrebbero un luogo in cui crescere e studiare.
E’ la Saint Archangel Raphael Special School, nata nella parrocchia di Mautuma nel 1981.
Quasi ovunque, nella cultura tradizionale africana, i bambini con difficoltà fisiche e mentali sono considerati una maledizione dalle famiglie e per questo spesso vengono trascurati, quasi abbandonati a loro stessi. In alcune regioni dell’Africa (ma anche dell’America Latina o dell’Asia) aver bisogno di cure o attenzioni speciali (come ne hanno le persone disabili) è un problema, perché spesso mancano anche i beni di primissima necessità, come cibo e acqua. Quasi mai le famiglie hanno modo di prendersi cura in modo speciale dei figli con problemi fisici o mentali. Capita così che questi bambini vengano “dimenticati”, spesso considerati una “vergogna” per la famiglia che non sa come aiutarli.
Ma a volte, grazie ai missionari, la disabilità da “problema” diventa una “ricchezza”. Accade anche alla Saint Archangel Raphael Special School, dove si cerca di promuovere la migliore crescita possibile per questi bambini, istruendoli e accompagnandoli, insegnando anche ai più grandi alcuni semplici lavori con cui in futuro potranno mantenersi, dimostrando così alla comunità che la disabilità non è incapacità.
Il sostegno a questa scuola è uno dei progetti missionari (il n.81) che Missio Ragazzi finanzia con le offerte raccolte durante la prossima Giornata Missionaria Mondiale dei Ragazzi (GMMR), che si celebra ufficialmente nella Solennità dell’Epifania.
Anche questo progetto è stato presentato alla Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria (Poim) internazionale ed è stato poi affidato alla direzione nazionale italiana affinché venga finanziato con i contributi raccolti nelle diocesi italiane.
I costi del progetto n.81 sono di 5.200 euro, cifra che permetterà di garantire ai bambini una sana e completa alimentazione e di coprire le rette per i più indigenti, altrimenti costretti all’abbandono scolastico.
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