Sostenere un singolo missionario, magari nostro amico, o sentire la preoccupazione per tutte le giovani Chiese sparse nel mondo e farsi carico di tutti i missionari indistintamente?
E’ questa la domanda che molte parrocchie, e magari anche alcuni fedeli, si fanno. Specialmente in ottobre e in occasione della Giornata Missionaria Mondiale. La risposta è contenuta nel valore e nell’attualità delle Pontificie Opere Missionarie (POM).
A spiegarlo con chiarezza è uno degli otto docufilm prodotti da Luci nel mondo per la Fondazione Missio in occasione dell’Ottobre missionario.
In “Tutta la Chiesa, tutte le Chiese per tutto il mondo”, don Giuseppe Pizzoli, direttore nazionale delle POM, afferma che è importante «armonizzare l’impegno delle Chiese particolari nella cooperazione missionaria, con la visione universale delle POM». E si chiede: «Come possiamo tenere l’attenzione su entrambe le dimensioni? Cioè non rinunciare all’impegno delle singole diocesi nella cooperazione e non rinunciare all’universalità delle Pontificie Opere Missionarie?».
Questo è l’obiettivo: far sì che le parrocchie si sentano coinvolte nel sostegno di un progetto legato ad un missionario della propria diocesi, ma anche mosse dal respiro per la missione universale della Chiesa.
D’altronde è la scelta che fece Pauline Jaricot, giovane laica francese beatificata nel maggio scorso, quando nel 1822 fondò l’Opera della Propagazione della Fede (la prima che dette origine alle POM) proprio con l’idea di sostenere tutti i missionari, senza particolarismi né distinzioni. E così ella stessa non aiutò in modo specifico il fratello Phileas, in missione in Cina, ma indistintamente tutti i missionari che in quegli anni erano a servizio del Vangelo in ogni angolo dei cinque continenti. Proprio per questo, Pauline ebbe l’intuizione di coinvolgere tutti i battezzati a servizio della missione universale, con un impegno di preghiera e di un piccolo sostegno economico. E per fare ciò fondò l’Opera della Propagazione della Fede che – insieme a quella della Santa Infanzia e a quella di San Pietro Apostolo per il sostegno dei seminaristi delle giovani Chiese (Opere che nel frattempo erano nate sul modello della prima) – esattamente cento anni fu riconosciuta come “pontificia”.
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