Un pastore che ha sempre avuto a cuore la missione e a cui tre papi hanno affidato importanti incarichi pastorali. La scomparsa del cardinale Renato Corti, vescovo emerito di Novara, avvenuta questa mattina presso la casa dei padri Oblati a Rho ci invita a rileggere attraverso le tappe della sua vita, molti capitoli salienti della vita della Chiesa italiana degli ultimi decenni.

Nato a Galbiate in provincia di Como il 1 marzo 1936, dopo gli studi elementari, era entrato nel Seminario arcivescovili di Milano. Nel 1959 è ordinato presbitero, nella cattedrale di Milano, dal cardinale Giovanni Battista Montini che sarebbe poi diventato papa Paolo VI. Dal 1959 al 1967 è vicario parrocchiale a Caronno Pertusella, e poi direttore spirituale del collegio arcivescovile di Gorla Minore, dal 1969 passa a dirigere il Seminario arcivescovile di Saronno. Nel 1980 riceve la nomina di vicario generale dall’arcivescovo Carlo Maria Martini e l’anno successivo papa Giovanni Paolo II lo nomina vescovo ausiliare di Milano e vescovo titolare di Zallata. Diventa poi vescovo di Novara nel 1990, incarico che lascia nel 2011 per raggiunti limiti di età e si ritira presso il collegio degli Oblati dei Santi Ambrogio e Carlo a Rho dove si è spento oggi a 84 anni. Tra i numerosi incarichi ricoperti da monsignor Corti, ricordiamo quello di vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana (2005-2015), di vicepresidente della Conferenza Episcopale Piemontese, di membro commissione mista vescovi-religiosi-istituti secolari, membro della congregazione per le Chiese orientali e membro della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli.

Il mondo della missione lo ricorda in particolare come illuminato presidente della Commissione episcopale per l’Evangelizzazione dei popoli e la Cooperazione tra le Chiese. In tale veste presiedette il secondo Convegno missionario della Chiesa italiana “Il fuoco della missione” che si svolse a Bellaria (Rimini) dal 10 al 13 settembre 1998. «Cristo crocifisso e risortoaffermò monsignor Corti all’apertura del Convegno – ci propone di intendere la missio ad gentes come orizzonte da cui partire per comprendere ogni forma di lavoro pastorale e correttamente configurarla. L’ad gentes è il paradigma della pastorale. La missio ad gentes dice un modo di fare missione e non soltanto né principalmente un luogo dove fare missione. Anzi, dice un modo di essere Chiesa», anticipando di fatto temi che sarebbero stati poi al centro del magistero pontificio ed episcopale degli anni successivi. Fu lui, a conclusione del Convegno, ad indicare nel passaggio dall’essere discepoli all’essere apostoli, cioè testimoni, la via di una nuova pedagogia missionaria che deve illuminare e orientare l’azione pastorale della Chiesa.

A lui si deve l’estensione della lettera “L’amore di Cristo ci sospinge”, che il Consiglio Episcopale Permanente indirizzò alle comunità cristiane in Italia nel 1999, riprendendo e rilanciando i temi di quel Convegno.

Nell’ottobre 2016 riceve la nomina di papa Francesco a cardinale, con semplicità e secondo lo stile di sobrietà che ha sempre caratterizzato la sua vita di uomo di Chiesa.

La direzione della Fondazione Missio si unisce al cordoglio della Chiesa italiana per la perdita di monsignor Renato Corti che ha dedicato la sua vita  al  servizio del Vangelo.