Don Beniamino Resta, fidei donum di Avezzano, lavora ed è parroco a Itaquaquecetuba, 70mila persone, una delle mille periferie di San Paolo del Brasile.
E’ lui il testimone di “Tra i nuovi schiavi”, uno dei nove docufilm prodotti da Luci nel Mondo per la Fondazione Missio in occasione dell’Ottobre missionario.
«Cuori ardenti piedi in cammino – spiega – significa lasciare che il Signore ci scaldi sempre più il cuore per non abbatterci davanti a tante situazioni di ingiustizia sociale prima che di miseria e cercare di aprire il cuore dalla Parola di Dio per stare a fianco di uomini e donne “nuovi schiavi” del Terzo millennio».
Nel Brasile che sembra tanto ricco, continua don Beniamino, «nella realtà si soffre la fame, in periferia l’unica ricchezza è la povertà!». Nella sua parrocchia i laici e le associazioni sfornano ogni giorno 200 pasti caldi per i poveri e aiutano le famiglie con 500 ceste basiche mensili.
Continua don Beniamino nel video: «Qui nella comunità di Santa Lucia sono tutti paraguaiani, sono qui per lavorare. Sono sarti, cuciono pezzi di pantaloni, di camicie e di intimo per passarli alle industrie. Per ogni pezzo guadagnano 30 centesimi di reais (5 centesimi di euro). Lavorano notte e giorno, devono cucire tantissimi pezzi ogni giorno per sbarcare il lunario. E’ lavoro schiavo, indubbiamente! La schiavitù in Brasile è stata abolita nel 1854, ma oggi c’è una nuova schiavitù, quella dei salari bassissimi. 1320 reais il salario minimo, pari a 250 euro. Una baracca in affitto qui a Itaquaquecetuba costa 600 reais al mese, per spostarsi verso il centro di san Paolo in cerca di lavoro (tre ore tra autobus e treno e altrettante per il ritorno) ne servono almeno altri 20 al giorno: non rimane nulla. E la gente in queste periferie soffre la fame!».
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