«La tratta di esseri umani è un dramma silenzioso che fa soffrire tanti fratelli e tante sorelle. Come religiosa mi sono imbattuta in molte persone vittime di tratta: Lulu è una di loro.
Quando l’ho incontrata abbiamo avuto del tempo per parlare e condividere. Di quell’incontro ricordo una domanda che mi ha fatto: “Angela, io sono ancora un essere umano?”».
Le forti parole di Sister Angela Msola Nemilaki, superiora delle Madri Bianche in Africa, hanno aperto il giro delle testimonianze missionarie nella diocesi di Torino.
L’occasione è la conferenza stampa di presentazione del Festival della missione che si terrà nel capoluogo piemontese dal 9 al 12 ottobre 2025, un evento all’insegna delle storie e dei protagonisti della missione
Il tema scelto è “Il Volto Prossimo”: Lucia Capuzzi, direttrice artistica del festival e giornalista di Avvenire, ha spiegato qual è fil rouge che lega i diversi eventi del festival: «come si fa a parlare di missione? – si è chiesta – Non certo cercando di dare una risposta univoca, ma raccontando gli uomini e le donne che fanno missione oggi.
E danno una testimonianza. Attraverso la pluralità di questi volti di missione, potremmo provare a comporre il grande mosaico del festival».
E sarà a porte aperte, senza recinti, senza preclusioni. «Il festival vuole essere un processo, non si limiterà ad un evento – ha aggiunto Capuzzi- Nel prefestival abbiamo già lanciato una campagna social sul grande tema della prossimità cui ci costringe il secolo globale.
Dobbiamo avere coraggio di rilanciare una parola che ci fa paura: la parola pace. Parlare di pace vuol dire parlare necessariamente di superamento dei conflitti e di giustizia riparativa».
Alla conferenza stampa anche l’arcivescovo di Torino Monsignor Roberto Repole e Agostino Rigon, direttore generale del Festival che ha spiegato: «davanti alle sfide noi vorremmo metterci stabilmente al fianco degli ultimi.
Insieme a coloro che incontreremo in queste strade e piazze ci auguriamo di co-aiutarci a stare nel mondo, con amore e con audacia, perseguendo il sogno evangelico di fare del mondo una sola famiglia».
Tra i testimoni di oggi anche Cristian Daniel Camargo, missionario laico della Consolata.
«Sono argentino – ha detto – missionario itinerante e artista di professione. A Rio 11 anni fa Papa Francesco ci ha lanciato il messaggio: “uscite e andate”.
Mi chiamò a sognare una missione in uscita verso le periferie del mondo.
Nel 2018 è nata questa missione che consiste nel dipingere murales collettivi in cui tutti sono chiamati a intervenire».
Anche padre Dario Bossi, comboniano in Brasile ha dato la sua testimonianza parlando della sacralità del clima, dell’Amazzonia e della tutela del creato a partire dai piccoli.