Chi è il testimone di giustizia? È colui che mette in pericolo la propria vita a favore della verità.
L’essere umano che si schiera dalla parte degli indifesi, dei poveri, degli sfruttati, è un testimone di giustizia, colui che lotta perché tutti siamo sullo stesso piano, tutti godiamo degli stessi diritti e doveri.
Testimoniare la giustizia significa favorire un mondo più equo, non sempre realizzabile purtroppo, anche a livello istituzionale e in società sempre più egoistiche ed individualiste come quelle che spesso abitiamo. Ma se ciascuno di noi si impegnasse, in ogni ambito, a favore della giustizia, con le proprie azioni oltre ceh con le parole, forse un mondo più giusto sarebbe possibile.

FRANCISCO GOYA: IL 3 MAGGIO 1808 A MADRID O LA FUCILAZIONE
1814, olio su tela, 2,68 m x 3,47 m, Museo del Prado, Madrid

Attraverso quest’opera, Goya racconta un evento di cronaca avvenuto nel maggio 1808: la fucilazione di alcuni patrioti spagnoli che avevano partecipato ai moti per l’indipendenza contro la monarchia di Giuseppe Bonaparte imposta da Napoleone. La scena è infatti ambientata in un luogo isolato vicino a Palazzo Reale di Madrid, visibile sullo sfondo. Questo avvenimento storico viene raffigurato in un’ambientazione notturna dove la luce diventa protagonista. Essa infatti illumina la figura centrale con la camicia bianca che tiene le braccia alzate in segno di innocenza, con lo stesso gesto di Cristo che stende le braccia sulla croce. Davanti a lui si dispone nell’ ombra il plotone d’esecuzione visto di spalle. La luce illumina solo l’uomo giusto e i suoi compagni che stanno dando la vita per la loro indipendenza, mentre i soldati rimangono nel buio dell’ingiustizia e della prepotenza. È importante notare anche la contrapposizione tra i condannati, di cui possiamo riconoscere i volti e i soldati coperti dai capelli, dalle vesti e dai fucili. La differenza esprime scelte diverse: da una parte chi vive impegnandosi nelle giuste cause, mettendoci la faccia e il cuore, dall’altro chi vive come un automa rimanendo fermo nella sua comfort zone e nel silenzio complice.

 

MODENA CITY RAMBLERS: I 100 PASSI

‘I cento passi’ è una canzone che ripercorre la vita di Peppino Impastato, un uomo che ha dato la vita lottando la mafia insediata nel suo paese – Cinisi – e nella sua stessa famiglia. Il titolo e il testo della canzone si ispirano al film omonimo di Marco Tullio Giordana; in particolare la canzone richiama un dialogo del film, quello in cui Peppino insieme a suo fratello Giovanni conta i passi che separano casa sua da quella di ‘Zu Tano’, mafioso legato a Cosa Nostra, contro cui Peppino decide di lottare. Con il suo ritmo trascinante, la canzone è un potente inno antimafia.

Elena ed Emanuela di anni 16, ascoltando questa canzone dicono:

“La canzone ci riempie di rabbia per le ingiustizie e la violenza della mafia ma ha anche un aspetto positivo perché fa emergere il rispetto e l’ammirazione per il coraggio di Peppino Impastato. Sentire la sua storia ci permette di riflettere sull’importanza di combattere contro ogni forma di oppressione e di non restare in silenzio di fronte alle ingiustizie. Ci sentiamo motivate a fare la nostra parte per migliorare la società e a non avere paura di affrontare ciò che è sbagliato. Nonostante la nostra vita sia molto diversa da quella di Peppino Impastato, la canzone ci ricorda che ognuno di noi può fare la differenza, anche con piccoli gesti. 

EZECHIELE RAMIN
Nacque a Padova il 9 febbraio 1953. Missionario Comboniano del Cuore di Gesù, fin dalla giovane età si interessò alla missione. Ordinato sacerdote il 28 settembre 1980, fu per tre anni circa animatore missionario per i giovani e operò tra i terremotati dell’Irpinia. Nel gennaio 1983 partì per Cacoal nello Stato brasiliano di Rondônia, diocesi di 214.000 km quadrati nella quale si spostava in macchina celebrando la Messa e incontrando fedeli in chiesette di legno costruite dai contadini nella folta vegetazione amazzonica. Qui si rese presto conto dei soprusi a cui erano sottoposti contadini e indigeni, espropriati delle loro terre. Il suo amore per gli indios e per i contadini senza terra, era così evidente che aveva conquistato subito la loro fiducia: per la sua vita in Amazzonia si dedicò alla giustizia nei confronti della sua gente.

Memorabile la sua omelia del 17 febbraio 1985 alla gente di Cacoal, che viene considerata il suo testamento spirituale: «Il padre che vi sta parlando ha ricevuto minacce di morte… Cari fratelli, se la mia vita vi appartiene, vi appartiene anche la mia morte […]. Le aree libere del nostro Stato di Rondônia, cioè la terra di nessuno, appartengono ai nostri fratelli senza terra, e non ai fazenderos avidi. No, perché non è questa la giustizia…».

Il 24 luglio 1985, di ritorno da una missione pacificatrice tra contadini e proprietari terrieri, cadde in un’imboscata e morì. Chi lo conobbe dice che Ezechiele fu capace di un’azione pastorale ferma, sicura, ma che nello stesso tempo, si adegua alla persona. In questa lettera scrive: “Ho scoperto con la vita una cosa bella: la fede in Dio ci porta all’azione. Ho lasciato in Italia il pensare e l’agire spirituale che mi preoccupava tanto, mi sento più libero e più maturo”. Da questa osservazione e soprattutto dall’impegno con gli indios – con i quali aveva fatto un’amicizia tanto che il capo Suruí lo chiamava “fratello, fratello mio”, si capisce che veramente Ramin è stato una persona che ha amato profondamente l’Amazzonia, dove poi è stato ucciso, amandola con cuore, mente e intelligenza.

GOEL BIO è una società cooperativa con sede a Gioiosa Ionica, in provincia di Reggio Calabria, che aggrega aziende agricole che si oppongono alla ‘ndrangheta.

Purtroppo i piccoli coltivatori sono spesso vittime di aggressioni e minacce da parte dei clan locali, i campi vengono bruciati, le attrezzature rubate e così si è impossibilitati a lavorare.

Per questo, oggi, GOEL Bio è la sintesi complessa ed articolata di una nuova visione di economia sociale.
È il marchio degli agricoltori calabresi che si oppongono alla ‘ndrangheta, che ha eliminato il lavoro illegale e il caporalato dai propri campi praticando nel contempo l’inclusione sociale; è il marchio di una rigorosa e alta qualità biologica, di un’economia circolare intelligente, conveniente e virtuosa, a vantaggio dell’ambiente e delle comunità locali. È una proposta viva per un nuovo modello di sviluppo agricolo.

Sostieni GOEL BIO acquistando i suoi prodotti. Visita il sito e contribuisci alla diffusione di questa importante opera etica e di valorizzazione del territorio.

Dal Vangelo di Matteo (Mt 20,1-16)
Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

Salmo 85
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annunzia la pace per il suo popolo,
per i suoi fedeli, per chi ritorna a lui con tutto il cuore.
La sua salvezza è vicina a chi lo teme e la sua gloria abiterà la nostra terra.
Misericordia e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno.
La verità germoglierà dalla terra e la giustizia si affaccerà dal cielo.
Quando il Signore elargirà il suo bene, la nostra terra darà il suo frutto.
Davanti a lui camminerà la giustizia e sulla via dei suoi passi la salvezza.

 

COMPENDIO DELLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA: A GIOVANNI PAOLO II, MAESTRO DI DOTTRINA SOCIALE, TESTIMONE EVANGELICO DI GIUSTIZIA E DI PACE

FOCUS GIUBILEO: Consulta il Sussidio “Pellegrini di speranza” nella sezione RISCATTO

Approfondisci il tema della giustizia sociale con il libro GIUSTIZIA di Padre Alex Zanotelli (missionario comboniano, dapprima in Sudan, quindi direttore di Nigrizia e poi negli slum di Nairobi)

“La giustizia non è un concetto astratto, ma una pratica quotidiana che richiede impegno e consapevolezza. Solo quando ognuno di noi si prende carico delle ingiustizie che lo circondano, possiamo sperare in un mondo veramente giusto”.

Le sue riflessioni ti guideranno nel comprendere come puoi fare la differenza.

  • Impegnati nel volontariato. Aiuta chi è privato dei propri diritti fondamentali, collaborando con organizzazioni dedicate alla giustizia e alla dignità per tutti.
  • Supporta i programmi per i senza fissa dimora di Caritas, sostieni le persone in situazioni di vulnerabilità, partecipa alle iniziative contro le mafie con l’associazione Libera.
  • Testimonia con azioni concrete il valore della solidarietà e della giustizia, impegnandosi per chi è escluso e vulnerabile.