Sempre più siamo circondati da notizie che ci rattristano: a livello planetario la barbarie delle guerre, dei conflitti, delle tragedie causate dai cambiamenti climatici; e ancora incidenti, malattie, omicidi e tante altre disgrazie che portano a scoraggiarsi. A volte non possiamo far altro che accettare quanto accade; nel resto delle volte però possiamo apportare il nostro contributo: in che modo? Testimoniando la gioia dell’essere vivi, la gioia della condivisione, dello stare bene insieme, del poter fare cose buone per noi e per gli altri.
Quanto ci fa bene incontrare persone felici anche solo per il semplice fatto di averci incrociato per strada?
Quanto è bello gioire dei successi dei nostri amici?

E se provassimo a contagiare chi ci circonda con il virus della gioia? Se riuscissimo a valorizzare, nelle nostre giornate, le cose belle che ci accadono e riuscissimo a trasmetterne l’effetto positivo agli altri, forse, a macchia d’olio, riusciremmo a diffondere più sentimenti di speranza. Ci proviamo?

PIERRE-AUGUSTE RENOIR, BAL DU MOULIN DE LA GALETTE
1876, olio su tela, 131×175 cm, Museo d’Orsay, Parigi

L’ opera di Renoir ci racconta una scena di vita parigina di fine Ottocento. In questo locale popolare molto frequentato dai giovani, si riuniscono ragazzi e famiglie per trascorrere una giornata a conversare, a ballare e a divertirsi. In primo piano vediamo due ragazze parlare con altri giovani mentre dietro si ritrovano alcune coppie a ballare. È dunque un luogo di festa e ci mostra la gioia dello stare insieme e della condivisione. La folla ci appare come una sola cosa, mossa dalla felicità di chi trova nell’incontro con l’altro il motivo per  gioire.

PHARREL WILLIAMS: HAPPY 

Possiamo definire questa canzone un inno alla felicità. Ascoltarla ci permette di riflettere sul guardare il mondo e le cose che ve ne fanno parte sempre con uno sguardo migliore.

La quotidianità spesso ci porta a vedere il bicchiere mezzo vuoto, ma Pharrell Williams con questa canzone ci invita tutti a vedere il bicchiere mezzo pieno. Sei triste? BALLA E SI FELICE!

Giulia e Marta, di anni 16 e 12, ascoltando questa canzone dicono: “Avete presente quando, dopo aver ricevuto una notizia bella ma del tutto inaspettata, sentite una gioia immensa dentro di voi? Non vorreste far altro che urlare di felicità perché niente può fermarvi.  Non avete paura di ciò che pensa la gente perché quello è il VOSTRO momento e nessuno può rovinarlo. La canzone “happy” di Pharrell Williams, con il suo ritmo, rispecchia a pieno come ci sentiamo: gioiosi e con una forza tale che potremmo sollevare una mongolfiera nel cielo, con un’energia che invita le altre persone a ballare e battere le mani con te perché la tua felicità è talmente tanta che è contagiosa. Ecco cosa vorremmo fare ascoltandola: alzarci, urlare e ballare con chi ci è vicino.” 

DON BOSCO
Giovanni Bosco nacque il 16 agosto 1815 in una famiglia contadina poverissima a Becchi Castelnuovo d’Asti (oggi Castelnuovo Don Bosco). Rimasto orfano di padre a soli due anni maturò la vocazione sacerdotale fin da subito. Venne definito anche l’uomo dei sogni, tanto che si disse che nella sua vita il “soprannaturale” era “naturale”. Fu il santo dei giovani, fondatore della Società salesiana e, insieme a santa Maria Domenica Mazzarello, dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Morì il 31 gennaio 1888 a 72 anni. Pio XI che lo aveva conosciuto lo proclamò beato nel 1929 e lo canonizzò il 1° aprile 1934. Nel 1841, giovane prete, arrivò a Torino e cominciò  subito ad interessarsi ai giovani, rimanendo sconvolto dalla loro condizione morale: ragazzi che vagabondavano per le strade, disoccupati, sbandati e depressi, apparentemente senza valori e motivazione alla vita. Iniziò quindi ad aiutare quei ragazzi a cercare lavoro e ad imparare le nozioni scolastiche. Nasce così nella periferia torinese il primo oratorio. La sua attività di raccolta fondi per le sue iniziative lo porta alla possibilità di fondare la  “Società di San Francesco di Sales” che darà vita all’omonimo ordine dei Salesiani. I Salesiani danno ai giovani non solo pane e una casa, ma procurano loro istruzione professionale e religiosa, possibilità di inserirsi nella vita sociale e di cercare lavoro. Don Bosco diventò col tempo una figura di rilievo nazionale, ma rimase sempre una persona umile e semplice. Nel 1872, instancabile, fondò la Congregazione femminile delle figlie di Maria Ausiliatrice, detta delle Suore Salesiane. Pochi anni dopo, il 31 gennaio 1888 si spense a Torino, lasciando dietro di sé una scia luminosa di opere concrete e di realizzazioni.

 

PAPA FRANCESCO
La gioia è uno dei tratti più presenti nel magistero di Papa Francesco. La richiama a partire dalla sua prima Esortazione apostolica Evangelii Gaudium e ne parla non come stato umano cui tendere, ma come condizione essenziale nella vita del cristiano.

Ai giovani riuniti a Lisbona, durante la veglia della GMG 2023, il Santo Padre disse: “La gioia è missionaria, la gioia non è per se stessi, è per portare qualcosa. Io vi chiedo: voi che siete qui, che siete venuti per trovare voi stessi, per cercare il messaggio di Cristo, per cercare il senso bello della vita, avete intenzione di tenere questo per voi o di portarlo agli altri? Cosa ne pensate? È per portarla agli altri, perché la gioia è missionaria! La gioia non è chiusa in biblioteca […] non è chiusa a chiave, bisogna cercarla, bisogna scoprirla nel dialogo con gli altri”.

Dal Vangelo di Giovanni 15,9-17
Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

 

O Dio, fonte di ogni gioia, ti preghiamo di benedirci con la tua grazia. Fa’ che possiamo sperimentare la tua presenza nella nostra vita quotidiana e trovare la felicità nella tua volontà. Aiutaci a superare le difficoltà e le sfide che incontriamo lungo il cammino, e a trovare la forza interiore per affrontarle con coraggio.

 

FOCUS GIUBILEO: Consulta il Sussidio “Pellegrini di speranza” nella sezione GIOIA PIENA


Porta Allegria agli Anziani della Tua Comunità!

La gioia si manifesta nei piccoli gesti di amore e attenzione che possiamo condividere con chi ci ha preceduto. Unisciti a noi per un’iniziativa che celebra la felicità: visita gli anziani e rendi il loro pomeriggio speciale e luminoso!

Ecco come puoi partecipare:

  1. Organizza un Momento di Gioia: Seleziona una data e un orario per incontrare gli anziani in una casa di riposo o in un centro per anziani. Pianifica un pomeriggio che possa illuminare i loro volti e riempire i loro cuori.
  2. Coinvolgi Altri: Invita amici, familiari e membri della comunità a partecipare. Ogni persona aggiunge un tocco di gioia e vivacità all’evento. Considera di coinvolgere gruppi locali come cori, musicisti o artisti per arricchire l’incontro.
  3. Prepara Attività Allegria: Organizza giochi, musica, letture o semplici conversazioni. Ogni attività è un’opportunità per creare momenti felici e rafforzare i legami umani.
  4. Spargi la Voce: Utilizza i social media e il passaparola per invitare il maggior numero di persone possibile. La gioia si diffonde meglio quando è condivisa!

Testimoniare la gioia significa vivere e diffondere l’amore attraverso le nostre azioni quotidiane. Ogni sorriso e ogni momento di condivisione arricchisce non solo la vita degli anziani, ma anche la nostra.