La rivista Popoli e Missione

11/2021

Novembre 2021 Popoli e Missione

Raccontare lo slancio della missione ad gentes che impegna migliaia di persone nelle periferie di tutto il mondo. Vivono “col Vangelo in mano” i missionari che «operano in contesti segnati in profondità» da eventi che fanno capo a mutamenti geopolitici, economici, epidemici, sociali come sottolinea nell’editoriale di apertura del nuovo numero di novembre di Popoli e Missione il direttore Gianni Borsa. Fondamentale comprendere l’attualità, sciogliere i rebus delle situazioni più complesse come quella dell’Afghanistan dopo il ritorno dei Talebani al potere, a cui Popoli e Missione dedica la copertina. Il dossier centrale approfondisce le ragioni dei fallimenti di molte missioni militari internazionali partite col compito di garantire la stabilità in aree calde segnate dai conflitti. La pace va preparata senza l’uso delle armi come spiega il presidente di Pax Christi monsignor Giovanni Ricchiuti, che commenta la situazione afghana. L’attualità accende i riflettori su altre realtà del pianeta. Lungo la rotta che dall’America Latina punta al confine con gli Stati Uniti aumenta il flusso dei migranti e con loro quello, purtroppo difficile da definire, dei desaparecidos che in Messico sono non meno di 90mila. Una cifra altissima, eredità delle silenziose stragi del dittatore Vileda, della lotta tra i cartelli dei narcos e della traversata del deserto lungo quella che chiamata “l’autostrada della morte”. In Africa il lavoro minorile è una piaga molto diffusa e nelle piantagioni di cacao in Costa d’Avorio lo sfruttamento dei piccoli lavoratori è una realtà diffusa e nascosta da cui le multinazionali del cioccolato traggono profitto. Non è facile essere bambine nemmeno nel Sud Kivu, a Bukavu, dove le missionarie responsabili del Centro di accoglienza Ek’Abana accolgono ragazzine cacciate di casa perché accusate dalle famiglie di essere streghe e quindi di essere causa di disgrazie. Ma dal continente africano arrivano anche buone notizie come leggiamo nel servizio di Scatti dal mondo sul riconoscimento da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dell’efficacia del primo vaccino contro la malaria che permetterà di salvare migliaia di vite umane. Una delle nuove frontiere della missione è quella del rispetto del Creato, in cui l’uomo è protagonista della conservazione dell’habitat che gli permette di vivere. Un caso particolare a cui è dedicato un servizio è quello dei Pigmei della Repubblica Centrafricana e d’Uganda, chiamati anche il “popolo della foresta” ad indicare la relazione tra la loro identità e il luogo che da sempre è la loro casa.

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