Natale è festa missionaria, è occasione provvidenziale per rimettere la Missione di Gesù al centro della vita delle comunità cristiane. Non basta, per mettere la Missione nel cuore dei battezzati un cenno frettoloso in occasione della Giornata Missionaria Mondiale. Molte comunità sembrano ben lontane dal fervore che le animava nel passato. Sono spaventate. La Giornata Missionaria Mondiale, nella mente e nel cuore di chi la propose, circa un secolo fa, ha sempre lo stesso scopo: Formare coscienze missionarie, discepoli di Gesù che dicano a se stessi e a tutti: “Siano cristiani e quindi missionari. Siamo discepoli e missionari”. Siamo “Chiesa in uscita” come ama ripete papa Francesco. E’ una mentalità da formare, aggiornare, far crescere nel cuore di tutti i battezzati, almeno di quelli che hanno consapevolezza del loro battesimo. Quando c’è coscienza missionaria, tutto il resto: preghiera, offerte, vocazioni, sensibilità, preparazione, viene da solo. L’urgenza è riaccendere il fuoco della missione nelle nostre comunità, impaurite dal processo di secolarizzazione in cui viviamo, sopraffatte dal consumismo dilagante. Noticum, e le altre riviste missionarie, nella varietà dei loro servizi, lottano tenacemente per ravvivare il fuoco della missione. Anche Natale è una splendida occasione per rendere concreta e visibile, nello stile di vita dei credenti, la gioia di accogliere Gesù, la gioia di essere cristiani, la gioia di donarlo a tutti.
Non sciupiamo il Natale con la solita lamentela: “ce l’hanno rubato”. Tocca a noi credenti liberare il Natale da tante inutili esteriorità: decorazioni, luci, regali, cenoni, alberi di Natale (spesso di plastica), presepi giocattolo.. E’ un triste il Natale quello in cui si dimentica che il Natale è Gesù presente nella storia umana. Natale è “Buona Notizia” che risponde alle necessità più profonde delle persone: “l’amicizia con Gesù e l’amore fraterno” (EG 265). Per questo siamo stati creati. Tocca a noi ridare al Natale il suo valore missionario, senza privarlo, ovviamente, di tutti gli aspetti di gioia, di pace, di festa che porta con se.
Natale, per i discepoli, è impegnarsi, ostinatamente, nella missione del figlio di Dio. Natale è tempo privilegiato di evangelizzazione. Le narrazioni dei Vangeli emozionano, fanno rivivere l’Avvenimento ed indicano i cammini per portare Gesù nel cuore di tutti, di quelli che l’hanno smarrito e di quelli che non l’hanno mai incontrato.
A Natale i Vangeli raccontano le circostanze, chi, come, dove fu accolto Gesù. I vari personaggi del racconto evangelico, coi loro gesti, le loro parole, i loro silenzi, sono profezia del missionario impegnato, anche oggi, a diffondere la “Buona Notizia”. La nuova tappa dell’evangelizzazione che siamo chiamati a percorrere è opera di tutta la Chiesa: «popolo in cammino verso Dio». “Riscoprire questo orizzonte di senso e di concreta prassi pastorale potrà favorire l’impulso per l’evangelizzazione stessa, senza dimenticare il valore sociale che le appartiene per una genuina promozione umana integrale” (E.G. 178).
Sono proposte missionarie da approfondire, fare nostre, celebrare, quelle che offre il Natale:
La missione di Gesù: Nasce nella povertà di una grotta, nel cuore della notte, rifiutato da chi doveva accoglierlo, anticipa lo stile della missione di sempre. Lo afferma papa Francesco: “Tutta la vita di Gesù, il suo modo di trattare i poveri, i suoi gesti, la sua coerenza, la sua generosità quotidiana e semplice e, in fine, la sua dedizione totale.”
La missione di Maria. Ha detto “Sì” a Dio, senza alcuna reticenza, senza alcuna riserva. Un “sì” pronunciato davanti all’angelo il mattino dell’annunciazione, e ripetuto trentatré anni più tardi ai piedi della croce sul Calvario. Maria ha creduto. È a motivo di ciò, soprattutto, che la sua anziana cugina Elisabetta si rallegra con lei: “Beata colei che ha creduto….Maria aiutaci a dire il nostro “si” nell’urgenza, più imperiosa che mai, di far risuonare la buona notizia di Gesù.
La missione di Giuseppe, Uomo giusto, obbediente al volere di Dio. “Giuseppe prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto… Giuseppe prese con se il bambino e suo madre e fuggi in Egitto Giuseppe”. E’ per tutti un singolare maestro nel servire la missione di Cristo, compito che nella Chiesa spetta a ciascuno e a tutti: agli sposi ed ai genitori, a coloro che vivono del lavoro delle proprie mani o di ogni altro lavoro, alle persone chiamate alla vita contemplativa come a quelle chiamate all’apostolato.
La missione dei pastori, anche loro sono maestri di missione. Sono gli ultimi, ”scarto” di una società distratta, come la nostra. Sono scelti. Ogni cristiano è scelto per essere protagonista dell’evangelizzazione: ascoltare, riconosce il Salvatore, accogliere l’invito, partire, offrire i suoi doni, tornare pieno di gioia, raccontarlo a tutti
La missione dei magi, sono gli instancabili cercatori di Gesù. Il discepolo-missionario è colui che, dopo averlo tenacemente cercato, porta Gesù nel mondo. Ora tocca al Popolo di Dio, nella realtà confusa dei nostri giorni, scoprire la presenza di Gesù nel mondo, offrire un messaggio di libertà, di fraternità, di accoglienza, di condivisine, di pace.-
Anche il perverso Erode illumina la missione. Col suo atteggiamento fa comprendere che la missione è croce e martirio, sangue versato. Tutta la storia dell’evangelizzazione è intrisa di sangue. La tradizione chiama “natalizio” il giorno del martirio di tanti evangelizzatori. Anche oggi persecuzioni e martirio accompagnano il cammino dei missionari. Alcuni li abbiamo conosciuti di persona e ci emoziona pregarli ed affidare a loro il nostro compito missionario.