Padre Pierluigi Maccalli è stato con molta probabilità rapito da «cellule jihadiste attive da tempo in questa zona del Niger. L’idea è che potesse rappresentare per i terroristi una ‘merce’ appetibile, perchè bianco, europeo e appartenente alla Chiesa cattolica. Inoltre era impegnato nel sociale e questo non è bene per gente come loro».
Così padre Mauro Armanino, confratello del missionario della Società delle Missioni Africane, padre Maccalli, rapito questa notte in Niger, commenta con Popoli e Missione le possibili ragioni all’origine di questa azione violenta.
I rapitori sapevano che avrebbero ricevuto in cambio «un’ottima risonanza mediatica», dice padre Mauro. E cosa ancora più importante, padre Maccalli «aveva fatto la scelta dei poveri» e questo non va giù a chi con prepotenza cerca di approfittare della povertà altrui.
Armanino aveva già dichiarato a Fides che «da qualche mese la zona si trova in stato di urgenza a causa di questa presenza di terroristi provenienti dal Mali e dal Burkina Faso».
D’altra parte, parliamo di un Paese dell’Africa subshariana che rappresenta il corridoio di passaggio nel deserto, per i migranti diretti sulle coste libiche e da lì in Europa. Più volte padre Armanino aveva parlato del Niger come del Paese «di sabbia», il Paese della finzione.
«Il Paese finto è quello dei migranti commercializzati e delle frontiere di sabbia che li seppellisce perché illegali come la vita dei poveri», raccontava.
Padre Maccalli, originario della diocesi di Crema, già missionario in Costa d’Avorio per vari anni si trova nella parrocchia di Bomoanga, diocesi di Niamey. Da tempo mette insieme evangelizzazione e promozione umana: scuole, dispensari e formazioni per i giovani contadini.
«Come CIMI siamo vicini con il nostro affetto e soprattutto con la nostra preghiera a padre Maccalli per la situazione che sta vivendo in questo momento. Sappiamo che questa è una delle “esperienze” che fanno parte della vita missionaria quando si dà la vita per l’annuncio del Vangelo». Così padre Michelangelo Piovano, a nome della Conferenza Istituti Missionari Italiani (Cimi), commenta questo rapimento che lascia sotto choc il mondo missionario italiano.
«Mentre riceviamo dagli organi di informazione la notizia del rapimento di Padre Pierluigi Maccalli – si legge nella nota Cimi – della Società delle Missioni Africane vogliamo sentirci in comunione con loro e con P. Luigino. Un caro saluto a tutti nella comunione della vita, delle gioie e sofferenze di ognuno».
La Missione cattolica dei Padri della SMA si trova in zona Gourmancé (Sud-Ovest) alla frontiera con il Burkina Faso e a circa 125 km dalla capitale Niamey. La Missione è presente dagli anni ’90, e i villaggi visitati dai missionari sono più di 20, di cui 12 con piccole comunità cristiane, distanti dalla missione anche oltre 60 km.