Padre Cosma Spessotto nasce a Mansuè, nel trevigiano, nel 1923. Fin da giovanissimo si avvicina al mondo francescano che ruota attorno al santuario Madonna dei Miracoli di Motta di Livenza.
Diventa sacerdote nel 1948 e subito chiede la possibilità di partire missionario. La Cina era la sua meta, come per tanti altri confratelli, ma le condizioni non sono favorevoli per gli stranieri in Cina, tantomeno per i missionari che vengono espulsi. I superiori indirizzano la richiesta di padre Cosma verso il Centramerica.
Così nel 1950 parte per El Salvador: prima a san Pedro Nonualco e poi a San Juan Nonualco, dove rimarrà parroco fino alla morte.
A San Juan padre Cosma si dedica alla missione e allo sviluppo sociale: è vicino alla gente, anima la catechesi con i laici, costruisce la chiesa e la scuola elementare, favorisce la scolarizzazione delle ragazze, fino a quel tempo escluse dal sistema scolastico. Coltiva la terra, immettendo la vite tra le colture della zona.
Ma negli anni ’70 El Salvador è scosso da una drammatica guerra civile. La destra, espressione delle classi abbienti, dei militari e dei latifondisti, prende il potere e inizia la repressione contro chiunque fosse tacciato di essere rivoluzionario, guerrigliero, comunista.
E’ il tempo della violenza e dei morti, anche la Chiesa è divisa: c’è chi si schiera contro il governo, chi cerca di mediare. I francescani a San Juan Nonualco si schierano dalla parte del Vangelo e della sua giustizia.
Padre Cosma è libero da tutti: raccoglie i morti per strada e li seppellisce (attirandosi le ire dei militari), nega la chiesa alla guerriglia per i suoi proclami (attirandosi le ire dei guerriglieri), è davanti ai latifondisti assieme ai contadini per rivendicare migliori salari (attirandosi le ire dei potenti), va alla locale stazione dell’esercito a rivendicare i catechisti spariti.
Padre Cosma, in nome di un Vangelo vissuto nella semplicità ma con radicalità, diventa scomodo.
La goccia che fa traboccare il vaso è proprio quando si reca al commissariato a rivendicare l’ennesimo catechista arrestato. Lo vuole libero subito, vuole portarselo con sé. Insiste. A quel punto il comandante gli dice: «Non siamo più responsabili della sua sicurezza». E’ la sua condanna a morte!
I confratelli corrono da lui, vogliono portarlo al sicuro ma Cosma ferma tutti: è determinato a restare dov’è, nella sua chiesa, facendo la vita di sempre.
Ed è proprio in chiesa che il 14 giugno 1980, prima della messa delle 19, tre giovani degli squadroni della morte, al soldo dei militari e del governo, entrano dalla porta laterale: lui era seduto con il breviario in mano e lo crivellano di colpi. Padre Cosma li aspettava, li aveva già perdonati e aveva pregato per la loro conversione. Così c’è scritto nel testamento spirituale redatto qualche giorno prima.
La Chiesa lo ha beatificato il 15 gennaio 2022 a San Salvador assieme a padre Rutilio Grande e ai laici Nelson Lemus e Manuel Solorzano.
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