Durissimo atto d’accusa dei missionari italiani nei confronti delle politiche dell’Unione europea (e dell’Italia in particolare) in Libia per bloccare l’esodo dei migranti dai Paesi africani.
In un lungo documento firmato dalla CIMI, Conferenza degli istituti missionari italiani, che qui riportiamo per intero, i nostri missionari si dicono «profondamente indignati» per quanto sta avvenendo nel Mediterraneo. Il risultato di questi accordi «scellerati», affermano, è una permanenza forzata in Libia dove i migranti subiscono violenze di ogni tipo.
Molto esplicita l’accusa al primo ministro Gentiloni.
«Ancora più grave – scrivono – è l’accordo fatto dal governo Gentiloni (con la benedizione dell’Unione Europea!) con la Libia nella persona di Fayez al Sarraj, leader del governo di accordo nazionale, che rappresenta ben poco in quel paese». Con la conseguenza di «bloccare i migranti nell’inferno libico dove sono torturati, stuprati o destinati a morire nel deserto di sete, come ha denunciato l’Onu».
«Noi missionari italiani, a lungo ospiti di tanti popoli d’Africa che ora bussano alla nostra porta, siamo profondamente indignati per quanto sta avvenendo ai migranti nel Mediterraneo, per noi «carne di Cristo», come ama ripetere Papa Francesco.
Siamo inorriditi che Mare Nostrum si sia trasformato in Cimiterium Nostrum, tomba per oltre cinquantamila migranti.
Davanti a questa immensa tragedia ci appare ancora più scandalosa la campagna contro le organizzazioni non governative (Ong), accusate di collaborare con gli scafisti, mentre invece hanno salvato tante vite umane.
Seguita ora dalla politica dell’Africa Compact: una serie di accordi per forzare i governi africani del Nordafrica e del Sahel a bloccare i migranti nei loro stati. E ancora più grave è l’accordo fatto dal governo Gentiloni (con la benedizione dell’Unione Europea!) con la Libia nella persona di Fayez al Sarraj, leader del Governo di accordo nazionale, che rappresenta ben poco in quel paese.
Infatti la Libia è un paese frantumato in mille pezzi, in conseguenza della guerra assurda che noi abbiamo fatto contro Gheddafi (2011).
E così l’Italia si è accordata con le milizie e la guardia costiera di al-Sarraj per bloccare i migranti nell’inferno libico dove sono torturati, stuprati o destinati a morire nel deserto di sete, come ha denunciato l’Onu.
Questo è stato possibile con la promessa di tanti soldi (si parla di sei miliardi di euro!).
Come abbiamo fatto con Erdogan, per il quale l’Ue ha stanziato, nel 2016, sei miliardi di euro per trattenere in Turchia oltre tre milioni di rifugiati siriani e così bloccare la rotta balcanica. Allo stesso modo, l’accordo con la Libia punta a bloccare la rotta africana.
Noi missionari condanniamo con forza questo accordo scellerato che sarà pagato così pesantemente dai popoli africani, a noi così cari. Questo costituisce per noi missionari il naufragio dell’Europa come patria dei diritti.
«Il dramma che i migranti e i rifugiati stanno vivendo in Libia – afferma il rapporto dei Medici senza frontiere, del 7 settembre scorso – dovrebbe scioccare la coscienza collettiva dei cittadini e dei leader dell’Europa». Questa è una politica miope, in vista delle elezioni, per salvare il nostro benessere di occidentali.
Noi missionari chiediamo un’altra politica verso i paesi dell’Africa:
– l’apertura di corridoi umanitari per chi fugge da situazioni drammatiche;
– un embargo sulla vendita di armi italiane agli stati africani;
– una seria politica economica verso questi paesi con forti investimenti, non ai governi, ma alle realtà di base per permettere ai popoli d’Africa di rimettersi in piedi;
– la sospensione delle nostre politiche predatorie nei confronti dell’Africa, ricchissima di materie prime;
– la sospensione degli Epa (Accordi di partenariato economico) che la Ue ha imposto ai paesi africani e che creeranno ancora più fame.
Infine ci auguriamo che la legge sullo Ius Soli, bloccata in Senato, venga subito approvata per permettere a minorenni nati in Italia da genitori immigrati residenti da almeno 5 anni o ad alunni nati all’estero che abbiano completato 5 anni di scuola in Italia, di sentirsi cittadini a pieno titolo. Solo così lentamente e con fatica costruiremo quella “convivialità delle differenze” che ci permetterà di trovarci ricchi delle nostre differenze.
O il mondo sarà così o saremo destinati a sbranarci vicendevolmente. Noi missionari crediamo che non c’è umanità se non al plurale».