Si è concluso ieri – domenica 12 settembre – il secondo incontro del 2021 che ha riunito il gruppo chiamato “Missio Km0”.
Si tratta di famiglie e laici italiani che hanno vissuto varie esperienze missionarie e che tutt’ora portano lo spirito della missione e del servizio nelle loro diocesi.
Il gruppo si è ritrovato a Pistoia, per una due giorni di condivisione e fraternità.
Nato una decina di anni fa all’interno del Cum, “Missio Km0” normalmente organizza questi incontri per due volte all’anno: uno a Verona, nella sede del Cum, e l’altro itinerante, nelle varie realtà italiane. Il Covid non ha fermato il gruppo, che è riuscito ad incontrarsi on line in questi due anni, e nel weekend dell’11-12 settembre è riuscito finalmente a ritrovarsi in presenza, nella diocesi di Pistoia, grazie all’organizzazione di alcune famiglie missionarie della Toscana. L’incontro, dal titolo “Cercatori di nuovi inizi”, ha visto la partecipazione di circa 60 persone, tra famiglie, bambini e laici, oltre alla presenza di don Marco Testa, direttore del Cum. Si sono vissuti momenti di testimonianza e incontro, conoscenza di alcune realtà ecclesiali e sociali di Pistoia e dintorni, dove sono direttamente coinvolti gli organizzatori dell’incontro.
Ma, soprattutto, il gruppo ha potuto ragionare sulla propria identità: un’identità missionaria, legata alla Chiesa italiana e a servizio del Cum e della pastorale missionaria.
Questi momenti di formazione sono stati condotti da Serena Noceti, teologa, docente ordinario di Teologia sistematica presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “I. Galantini” di Firenze e vicepresidente dell’Associazione Teologica Italiana.
Gli organizzatori della due-giorni hanno voluto lanciare un messaggio alla fine dell’incontro: «“Missio Km0” c’è! Siamo a servizio dei missionari rientrati, per condividere percorsi con loro. Vogliamo dare messaggi di speranza e fraternità per la Chiesa italiana; siamo una rete a livello italiano con una caratteristica comune: l’amore per la missione, per il servizio e per il prossimo, nel quale è sempre visibile lo sguardo di Dio».