“La missione è anzitutto uno stile di essere Chiesa. Provate a pensare…cosa colpisce della vita dei missionari?
La loro capacità di diventare parte del contesto in cui vivono, l’imparare la lingua, i costumi, le tradizioni e il loro entusiasmo di credere lì dove sono.
La missione valorizza sempre il qui ed ora, senza fuggire da dove si è.
Allora mi pare di poter dire chiaramente che non possiamo fare animazione missionaria senza voler bene alle diocesi in cui viviamo, esattamente così come sono”.
Queste parole di don Roberto Ferranti, direttore del Cmd di Brescia hanno aperto stamani l’incontro di Missio Giovani a Roma, “Un cuore ardente”.
L’equipe di Brescia ha molto insistito sull’importanza di quella che è stata definita la pastorale della stuoia, con le parole di padre Gigi Maccalli: ossia la pastorale del “con”.
Dello stare, del condivider e dell’ascoltare.
E la definizione è piaciuta ai ragazzi intervenuti all’incontro, che all’interno dei gruppi ne hanno parlato tra loro.
L’enfasi è stata messa senza dubbio sulla dinamica dell’ascolto e della presa di coscienza dei bisogni altrui.
Nel pomeriggio l’intervento di don Amedeo Cristino, oggi rientrato dall’Africa e sacerdote a San Severo, ha messo in luce altri aspetti di quello che ha definito lo ‘spaesarsi’ in missione, ossia l’uscita da sé e il vedersi con gli occhi degli altri.
“Missione – ha detto don Amedeo – non è tanto un fare ma un incontrare.
Ritrovarsi in qualcosa di totalmente nuovo, dove contano più i volti e le persone che non le azioni.
Le opere materiali col tempo si perdono ma le persone restano.
Non tutte le verità si trovano dentro di noi, spesso le si trova nello sguardo dell’altro”.
Don Cristino, fidei donum per dieci anni in Benin, ha commentato il Vangelo di Luca (24:13-35) sui discepoli di Emmaus.
Ha spiegato ai ragazzi riuniti per riflettere sul senso del “vedersi con gli occhi degli altri”, che andare in missione significa perdersi per ritrovarsi.
Significa anche riconoscere, una volta rientrati, il volto di Dio che spesso si nasconde.
“Dove sei Gesù? – si è chiesto don Amedeo -Lui ci consegna questa fatica. Chi è Gesù, con chi sta?
È in Ucraina, è in Israele, è nel volto dello straniero, lo devo cercare…Potrebbe essere Lui, allora non butto via nessuno perche potrebbe essere Lui”.
L’incontro di Missio che vede la presenza di una sessantina di ragazzi da ogni diocesi, prosegue nella mattinata di domani con le conclusioni e la messa.