Don Valerio Bersano, segretario nazionale di Missio Adulti&Famiglie, ogni mese commenta l’intenzione di preghiera proposta da papa Francesco tramite l’Apostolato della Preghiera, Opera e Fondazione pontificia. La riflessione di don Bersano viene pubblicata in una pagina ad hoc sul mensile “Popoli e Missione”. Volentieri la riportiamo anche qui.

«Preghiamo per il papa, perché nell’esercizio della sua missione continui ad accompagnare nella fede il gregge a lui affidato, con l’aiuto dello Spirito Santo».

È stato dirompente il saluto, dal balcone della Basilica di San Pietro, di papa Francesco, appena eletto sommo pontefice, quando chiese al popolo di Dio di benedirlo e di pregare per lui.

Lo stile che papa Francesco ha mantenuto e la preghiera che ha continuato a chiedere in qualsiasi occasione di incontro con tutti, sono la forza per portare avanti il suo ministero petrino, con la luce e la forza dello Spirito di Dio.

Non è retorica questa continua richiesta di preghiere: il ministero di Pietro e dei successori nella storia della Chiesa, se poggia solo sulle risorse umane, non potrà avere alcuna forza, non potrà dare seguito a nulla. Se invece tutto ha radici profonde nella preghiera, se poggia sulla Parola di Dio ed ha la luce dello Spirito Santo, allora riuscirà nella missione, anzi saprà dare consistenza al suo ministero, al di là delle proprie capacità umane.

Possiamo pregare sempre per il papa e accompagnarlo con tanta dedizione, per vivere – come lui – il nostro ministero di annunciatori del Vangelo, ovunque ci troviamo a vivere. I gesti e le parole di papa Francesco in questi dieci anni ci hanno fatto conoscere l’uomo forte, che ama stare in mezzo alla gente, quasi infastidito dalle distanze che spesso il protocollo richiede (nei primi mesi di pontificato, molti giornali lo definirono il “parroco del mondo”, quasi volendo trovare la miglior definizione della sua missione, così universale eppure così vicina a tutti).

Abbiamo compreso che come gesuita, pur essendo preparato e abituato al discernimento su di sé, si è sempre speso per valorizzare le comunità parrocchiali e in modo particolare la missione dei laici nella Chiesa. L’esperienza delle comunità cristiane, grandi o piccole che siano, in ogni continente della Terra, è viva nella misura in cui i credenti mostrano con i fatti che hanno a cuore il Vangelo, la lieta notizia che Dio è il Padre Misericordioso, non molto altro.

Se vogliamo far sentire la nostra vicinanza al papa, non smettiamo di affidarlo nella preghiera e mostriamoci maggiormente vicini a chiunque, soprattutto ai poveri e ai malati. Se dovessero chiederci il perché dei nostri comportamenti, potremmo spiegare che cerchiamo di vivere l’insegnamento di Gesù e, come ci ripete Francesco, contribuiamo a lavorare per la missione, poiché tutti noi siamo discepoli missionari.