Don Valerio Bersano, segretario nazionale di Missio Adulti&Famiglie, Missio Consacrati e Missio Ragazzi, ogni mese commenta l’intenzione di preghiera proposta da papa Francesco tramite l’Apostolato della Preghiera, Opera e Fondazione pontificia.
La riflessione di don Bersano viene pubblicata in una pagina ad hoc sul mensile “Popoli e Missione”. Volentieri la riportiamo anche qui.
«Preghiamo per i migranti in fuga da guerre o dalla fame: costretti a viaggi di pericoli e violenze, trovino accoglienza e nuove opportunità di vita nei Paesi che li ospitano».
Gran parte della popolazione italiana porta con sé una visione del fenomeno migratorio condizionato dalla disinformazione, dalla “fobia dello straniero” mista alla non conoscenza dei tanti conflitti e drammi che segnano troppe popolazioni del Sud del mondo e che sono la causa di ogni migrazione.
L’ignoranza a cui ho fatto cenno è particolarmente grave: non ci informiamo, ma pensiamo di capire tutto, giudichiamo con troppa leggerezza la presenza di uomini e donne in Europa, senza metterci in ascolto, senza capire che queste persone provenienti da altri continenti portano sul proprio corpo, in modo indelebile, violenze di ogni genere (non solo fisiche, ma soprattutto psicologiche); sono persone che per anni cercano di raggiungere un luogo più sicuro per sé ed i propri cari.
La loro situazione di persone “fragili e vulnerabili” è molto simile a quella degli italiani che hanno lasciato l’Europa fra fine Ottocento e gli anni Quaranta del Novecento (quasi 19 milioni).
Lo scorso anno papa Francesco, nel suo messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, aveva invocato l’impegno di tutti affinché nel mondo ci fosse maggior attenzione verso coloro che vivono una qualche situazione di conflitto, di minaccia alla persona o rischio di sopravvivenza, per qualsiasi motivo.
Nel corso dello scorso anno ben 114 milioni di persone sono stati costretti a migrare, spinti da un clima sempre più ostile e difficile per la propria famiglia. È una cifra che purtroppo continua a crescere. Cosa possiamo fare davanti a tutto questo?
Sicuramente informarci meglio, cercando attraverso l’Agenzia Fides (organo di informazione e animazione delle Pontificie Opere Missionarie) o leggendo il “Rapporto Asilo della Fondazione Migrantes”; lasciandoci interpellare dalla presenza di coloro che hanno raggiunto il nostro Paese; vivendo la preghiera autentica, quella cioè che alle parole innalzate a Dio fa seguire l’impegno concreto e che, attraverso varie forme di solidarietà, contribuisce a sostenere le strutture riservate all’accoglienza e all’integrazione di quanti ora sono presenti nelle nostre diocesi, mettendoci magari in contatto con i centri d’ascolto e di aiuto delle Caritas. Questo sarà il nostro impegno più prezioso, per soccorrere e sostenere quei fratelli che chiedono aiuto, per mettere tutti in condizione di scegliere se migrare ancora o restare.