E’ un ricco documento finale, il frutto del Convegno missionario nazionale dei Seminaristi in corso da giovedì scorso presso il Seminario arcivescovile maggiore di Firenze e conclusosi oggi (domenica 5 maggio).
Si tratta di un testo di sintesi che raccoglie il lavoro di confronto e rielaborazione svolto dai partecipanti all’interno dei vari laboratori: in esso sono stati definiti alcuni spunti di riflessione da indirizzare all’Assemblea generale dell’episcopato italiano in programma a Roma dal 20 al 23 maggio, il cui tema principale è “Modalità e strumenti per una nuova presenza missionaria” in vista del Mese missionario straordinario del prossimo ottobre.
Il documento finale è stato presentato dagli estensori (alcuni seminaristi incaricati) e approvato a conclusione del convegno (qui la versione integrale: documento finale ).
Nel testo si fa riferimento all’icona biblica della visitazione di Maria ad Elisabetta, entrambe ricolme dello Spirito: chi è impegnato nell’evangelizzazione – è la tesi scaturita da questi quattro giorni – non può che essere impregnato di Spirito Santo.
Nell’elaborato, tra le altre cose i futuri sacerdoti chiedono di poter inserire, nel cammino di formazione in Seminario, un’esperienza di missione ad gentes per dilatare il cuore e crescere a livello personale: ciò permetterebbe di vivere momenti significativi che non si limitino alla carità pastorale, ma facciano toccare con mano la presenza di Dio tra i poveri.
La celebrazione eucaristica domenicale, svoltasi nella Basilica di Santo Spirito, ha chiuso l’evento ed è stata presieduta dal cardinale Giuseppe Betori.
Durante l’omelia, riferendosi al Vangelo della liturgia odierna che racconta l’apparizione di Gesù Risorto sul Lago di Tiberiade, l’arcivescovo di Firenze ha lasciato ai seminaristi concrete indicazioni: «I 153 grossi pesci (di cui si parla nel Vangelo di oggi, ndr) secondo san Girolamo rappresentano tutte le specie di pesci conosciute all’epoca. La Chiesa deve raggiungere tutte le specie, cioè tutto il mondo: lo slancio missionario, cioè, non può avere confini».
Il cardinale ha precisato che a fondamento dell’annuncio deve esserci la comunione di vita con Cristo: «La missione trova il suo alimento nell’eucaristia, cioè nel nutrimento della Parola, nell’esperienza della comunione».
Infine il cardinale ha ricordato che «per tutti vale l’imperativo rivolto a Pietro: “Seguimi”. Per esserne degni e capaci – ha concluso – dobbiamo invocare il dono dello Spirito».
Il rientro dei seminaristi nelle rispettive diocesi è stato preceduto dal mandato missionario conferito dal cardinale a tutti i presenti.