Le operazioni globali di land grabbing negli ultimi 20 anni hanno interessato 91,7 milioni di ettari di terre accaparrate. Per dare un’idea, basti pensare che la superficie dell’Italia è all’incirca di 30 milioni di ettari.
Il 40% delle terre occupate è costituito da aree considerate hotspot di biodiversità a livello mondiale: intere specie faunistiche e floreali hanno cessato di esistere fuori dal loro habitat.
A questo tema sarà dedicata l’animazione di Missio Giovani per tutto il mese di dicembre, con schede interattive, contenuti social, attività sul territorio e un webinar dedicato.
Si inizia il 30 di novembre con un incontro online sulla piattaforma Zoom relativo alla Tanzania, dove sta per essere realizzato il più grande oleodotto interrato al mondo, l’Eacop.
Tutti i report confermano che l’impatto peggiore è quello sui mezzi di sussistenza delle popolazioni più povere e nelle aree più disastrate del pianeta.
L’incontro online del prossimo 30 novembre sarà moderato da Giovanni Rocca, segretario nazionale di Missio Giovani e tenuto da Ilaria De Bonis, giornalista di Popoli e Missione e da Parmalo Saitoti, attivista Masai ed esponente di una onlus che si batte per i diritti della terra in Tanzania.
La questione del land grabbing in Africa è una delle emergenze più difficili da affrontare, poichè i terreni vengono destinati il più delle volte a monocolture e quindi impoveriscono la terra.
Il Mozambico è un altro dei Paesi target dei ‘furti di terre’ in Africa.
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