Era il 31 ottobre 1916 quando nacque la Pontificia Unione Missionaria (PUM), l’Opera pontificia che si occupa della formazione missionaria permanente dei sacerdoti, dei religiosi e delle religiose, mantenendo viva la consapevolezza della dimensione universale della loro vocazione.
Anch’essa, come le altre Pontificie Opere Missionarie, prese vita con l’intuizione profetica di un missionario. A ideare la PUM fu il beato Paolo Manna, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime), che voleva perseguire l’obiettivo di animare e formare i fedeli battezzati nella loro responsabilità missionaria attraverso il servizio pastorale dei vescovi e dei preti secondo il motto “Tutta la Chiesa per tutto il mondo”.
Inizialmente chiamata Unione Missionaria del Clero, con un decreto del 28 ottobre 1956 viene insignita da Pio XII del titolo di “pontificia”.
Come le altre Opere, anche la PUM è presente nella Chiesa italiana con la Fondazione Missio, a sua volta suddivisa in vari settori: “Missio Consacrati” è quello che rappresenta la Pontificia Unione Missionaria in Italia.
Dall’intuizione di padre Manna, l’Opera è cresciuta ed oggi è al servizio del clero, dei religiosi, delle religiose e dei seminaristi. Infatti, come sosteneva il fondatore, c’è bisogno di diffondere la passione, l’entusiasmo per la missione, non solo tra i laici ma anche tra i sacerdoti, sin da quando sono seminaristi. In altre parole: se il clero non è il primo ad essere innamorato della missione, il messaggio del Vangelo non raggiungerà mai tutti i popoli e gli angoli della terra.
Ecco che il motto del beato Manna, “Tutta la Chiesa per tutto il mondo”, è ancora uno slogan che la Chiesa può fare proprio per aiutare a dare alla dimensione missionaria un ruolo centrale nella vita della Chiesa di oggi.