A pronunciare questa frase è John Bradburne, militare inglese, anima inquieta in cerca di Dio nell’uomo, cittadino del mondo, insofferente alle regole, affidato alla Provvidenza, apparentemente senza meta.
A presentare la sua figura è uno dei nove docufilm prodotti da Luci nel Mondo per la Fondazione Missio, in occasione dell’Ottobre missionario.
Il video racconta la vita di un uomo che nasce nel 1921 in Inghilterra, terzo di quattro figli di un pastore anglicano. Mente brillante, entusiasta e appassionato, musicista, talento nella poesia. Si arruola nell’esercito e partecipa alle operazioni militari inglesi in Oriente nella Seconda guerra mondiale, dove incontra John Dove, che diventerà suo grande amico. La violenza della guerra lo sconvolge. Rientra dopo mille peripezie, rischiando più volte di morire.
Inizia una ricerca spirituale che lo porta ad abbracciare la fede cattolica. Prova ad entrare come consacrato in alcuni ordini religiosi, ma le regole dell’istituzione e le sue caratteristiche non gli consentono di proseguire: è radicale, non accetta compromessi, è insofferente alle regole. È cittadino del mondo, cambia con frequenza posto e lavoro, sempre occasionale. Viaggia in Italia e in Terra Santa, ma la sua grande opportunità è, all’inizio del 1962, un viaggio in Zimbabwe, chiamato dal suo amico Dove, nel frattempo diventato missionario in quella terra allora chiamata Rhodesia.
John arriva, il suo amico gli presenta il lebbrosario di Mutewma, dove i malati valgono meno di niente, e qui ce ne sono centinaia in stato di assoluto abbandono. John, non senza difficoltà, inizia a dedicarsi anima e corpo a questa causa, continuando a scrivere poesie e mantenendo le sue particolari abitudini.
Di pari passo con lo sviluppo del suo lavoro arrivano le invidie da parte di chi si vede sfumare intrallazzi di vario genere legati al lebbrosario. Lui è intransigente con tutto e con tutti, prima di tutto con sé stesso. Fa amicizia con Luisa Guidotti, la dottoressa modenese del vicino ospedale All Souls a Mutoko: anche lei verrà uccisa, prima di lui. La sera del 2 settembre 1979 lo rapiscono e dopo qualche giorno fanno ritrovare il corpo sul quale avevano scaricato il kalashnikov.
La diocesi di Harare ha aperto la causa di beatificazione per John, il “folle” che viveva in una capanna con le api, che di notte pregava e cantava, che passava pomeriggi interi ad osservare gli uccelli, che aveva una sola convinzione: vivere e predicare l’amore di Dio, che era diventata la sua patria. Il giorno della celebrazione dell’apertura della causa, ci ha pensato una folla immensa a sancire cos’è stato e cosa ha lasciato John, l’unico che ha avuto il coraggio di vivere con i lebbrosi di Mutewma.
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