Don Valerio Bersano, segretario nazionale di Missio Adulti&Famiglie, ogni mese commenta l’intenzione di preghiera proposta da papa Francesco tramite l’Apostolato della Preghiera, Opera e Fondazione pontificia. La riflessione di don Bersano viene pubblicata in una pagina ad hoc sul mensile “Popoli e Missione”. Volentieri la riportiamo anche qui.
«Preghiamo perché i cattolici mettano al centro della vita la celebrazione dell’eucaristia, che trasforma in profondità le relazioni umane e apre all’incontro con Dio e con i fratelli».
Accogliamo volentieri l’invito (che non è mai “scontato”!) a mettere al centro della vita cristiana la celebrazione eucaristica. Non si tratta di affermare con i nostri ragionamenti cosa è per noi “Chiesa”, vogliamo invece mostrare, con la nostra partecipazione convinta, cosa significa per noi vivere l’appuntamento domenicale, a partire dall’invito che Gesù ci ha rivolto: «Fate questo in memoria di Me».
La celebrazione eucaristica è indubbiamente il centro della fede cristiana, ma lo è principalmente nel giorno del Signore, nella domenica, tanto che senza di essa non potrebbe esserci la comunità cristiana. Ne erano ben convinti i 49 martiri di Abitene (antica cittadina dell’Africa settentrionale), trascinati davanti al magistrato romano durante la persecuzione di Diocleziano, che confessarono candidamente: «Sine dominico non possumus»; vale a dire: «Senza quel rito, che si identifica con la domenica, noi non possiamo stare, giacché come cristiani non esisteremmo neppure».
L’invito per noi è recuperare la consapevolezza di non poter fare a meno della Parola del Signore e della mensa del Corpo di Cristo, poiché non potremmo essere credibili, nel mostrarci cristiani, se non dichiarando che la nostra vita e la nostra speranza sono riposte unicamente in Gesù, nostra vita presente e futura.
Chiesa è il popolo radunato per l’ascolto della Parola di Dio e la frazione del Pane: è proprio così per noi?