“All’inizio di questo convegno Papa Francesco ci ha donato i tre verbi che abbiamo meditato in questi giorni e ci ha chiesto di ripeterli: alzati, prenditi cura e mettiti in cammino, ossia testimonia, dillo con la tua vita.
Ma anche noi abbiamo donato qualcosa al Santo Padre: il desiderio incontenibile di percorrere le vie del mondo annunciando il Vangelo”.
Così Giovanni Rocca, Segretario Nazionale di Missio Giovani, ha parlato al termine del COMIGI, dando voce agli oltre trecento ragazzi che in questi giorni hanno partecipato al convegno di Sacrofano.
“Le nostre comunità hanno paura – ha proseguito Rocca – perchè temono che correndo possiamo giungere tanto lontani da non tornare più. Ma noi abbiamo preso un impegno: se ci cercate ci troverete nelle periferie dell’umanità fragile e ferita”.
Il senso di questi quattro giorni di Comigi sta proprio in questo impegno, dice Rocca e confermano con il loro agire i ragazzi delle diocesi accorsi per celebrare i 50 anni del Movimento Missionario Giovanile: “essere giovani missionari in mezzo agli ultimi, poveri tra i poveri; così come fa la chiesa in cui crediamo. Che è povera, sfasciata, ma traboccante della ricchezza dell’incontro”.
E ancora, prosegue Giovanni Rocca: “possiamo dire che sia stato un convegno a donarci l’entusiasmo? No. Ma possiamo affermare con certezza che è stata la convivialità delle differenze a farlo: abbiamo colorato questo angolo di Chiesa di mille sfumature”.
“E’ vero, non è facile camminare in questa Chiesa: ‘sei giovane, che cosa ne sai tu?’ oppure, ‘si fa così e basta’, o peggio: ‘vieni, ti ascolto ma solo finchè ciò che dirai mi piacerà.Non mi piace la tua musica, smettila di usare i social, ma che amici frequenti? Se sei un uomo non puoi amare un uomo’. Noi subiamo tutto questo ogni giorno“, ha detto il Segretario di Missio Giovani ad una platea attonita e in ascolto.“Eppure, ragazzi, è il momento di finirla: non dichiarando una guerra tra generazioni ma comprendendo la ragione di queste parole.Guardate gli adulti: sono esseri umani fragili, feriti e impauriti. Tocca a noi fare un passo verso di loro. Tocca a noi dire: ‘mamma, papà, nonna, don, dico a te! Alzati!’ La missione riparte dal futuro, la missione riparte da noi”.