Aperte le Giornate nazionali di formazione e spiritualità missionaria con un pomeriggio ricco di approfondimenti per gli oltre 200 partecipanti in presenza tra cui 28 direttori di Centri missionari diocesani, oltre agli otto (dei cento) collegati on line e ai 70 operatori di Cmd, e ai rappresentati del Suam nazionale e regionale, un segnale , ha detto don Giuseppe Pizzoli, direttore generale di Missio «che c’è una rete che funziona: questo appuntamento in vista dell’Ottobre missionario, ha lo scopo di mettere insieme operatori missionari. Il tema è quello proposto dal papa per la Gmm, questi tre giorni non sono un incontro programmatico, sono una occasione per nutrirci, in modo da arricchire le nostre comunità».
La parabola evangelica del banchetto nuziale (Mt 22,1-14) che esorta ad uscire e ad andare «ai crocicchi delle strade» per invitare tutti, è il tema messo al centro delle lectio divine di Laura Verrani teologa, al servizio della diocesi di Torino, con una «passione per la Parola di Dio» come ha detto don Pizzoli introducendola.
Dall’altra parte del mondo, una voce dai crocicchi del Perù in collegamento Whatsapp perché c’è un black out elettrico nella zona desertica di Paramonga a 300 chilometri da Lima. Suor Simona De Pace, domenicana di Santa Caterina da Siena, collegata in internet ai lavori delle Giornate, ha parlato del suo impegno accanto alla gente dei villaggi, soprattutto con i bambini. «La sfida importante per noi missionari – ha detto -, è lasciarci invitare dagli esclusi, dai poveri che incontriamo ai crocicchi. Dobbiamo lasciarci convertire, è impossibile non lasciarsi commuovere».
Gianni Borsa, giornalista inviato a Bruxelles dell’Agenzia Sir e responsabile della Comunicazione per la Fondazione Missio, ha affrontato le grandi domande con cui il cristiano si pone di fronte alle sfide, spesso inedite della nostra epoca, alcune di portata globale, a partire dalla sfida demografica (Paesi poveri e giovani, Paesi ricchi e vecchi; migrazioni dagli uni agli altri) all’argamento della forbice tra una élite di ricchi mentre grandi masse di poveri sono vittime di ingiustizie planetarie. Molte domande ci interrogano sulla guerra mondiale a pezzi che tormenta ampia parte dell’umanità (Ucraina, Palestina, Yemen, Myanmar, Nord Kivu, Sudan e Sud Sudan, Haiti…), ma anche la diffusione della secolarizzazione che mette in dubbio ogni possibile verità condivisa; il nazionalismo, che di per sé non può che generare ulteriori conflitti. Cambiamenti climatici, rivoluzione digitale, grandi cambiamenti politi, sociali ed economici rendono molto complesso il quadro internazionale internazionale con pesantissime ricadute sulle popolazioni locali.
Monsignor Gherardo Gambelli, neo arcivescovo di Firenze, ha portato la sua esperienza di fidei donum in Tchad. Cappellano nel carcere di N’Djamena ha sottolineato l’importanza di vivere l’inculturazione nell’ascolto, in mezzo al popolo. «In carcere ho incontrato davvero le persone e ho visto la presenza di Dio –ha detto -. Ho incontrato persone capaci di aprirsi alla grazia, persone capaci di pentimento e conversione, al di là della religione di appartenenza. Un ragazzo, Gerry, ha ringraziato Dio per il male che ha attraversato e le esperienze che ha passato per la testimonianza di amore che ha potuto incontrare». Al rientro in Italia, l’istituto penitenziale di Sollicciano lo ha visto ancora impegnato in mezzo a molte situazioni di disagio ed emarginazione. Ma l’abbraccio del Vangelo è riuscito ad aprire molte vie di dialogo con persone anche di religioni diverse.