«Segno di speranza e incoraggiamento per tutti noi». Sono le parole di fr. John Paul Aihi, parroco della Comunità di Nostra Signora del Santo Rosario a Inauaia, nella diocesi di Bereina, in Papua Nuova Guinea.
Il sacerdote le ha inviate con una lettera indirizzata a don Giuseppe Pizzoli, direttore della Fondazione Missio, quando gli è stato comunicato che sarebbe stata la direzione nazionale italiana delle Pontificie Opere Missionarie a finanziare il completamento della costruzione della nuova chiesa della parrocchia di Inauaia.
E così, una parte delle offerte raccolte nella Giornata Missionaria Mondiale dello scorso anno in Italia, è servita per realizzare questo progetto (il n.48), precedentemente presentato dalla diocesi di Bereina alle Pontificie Opere Missionarie internazionali.
Per terminare l’edificazione del luogo di culto, mancava soltanto l’equivalente di 2.000 euro. Ed è stata questa la cifra richiesta.
A noi può sembrare una piccola somma, ma in una realtà dove la povertà è endemica, questa cifra è introvabile.
Ecco perché la comunità locale si è rivolta alle Pontificie Opere Missionarie che sono, peraltro, l’unico organismo che elargisce aiuti per l’attività pastorale.
La cappella che precedentemente veniva usata per le celebrazioni, costruita in bambù e foglie di cocco, si era ammalorata ed era crollata. Risultava quindi indispensabile costruirne una nuova, con materiali più duraturi. Così è stato fatto grazie al sostegno dei fedeli italiani.
Ma anche la comunità parrocchiale locale si è rimboccata le maniche per contribuire alla costruzione della nuova chiesa: tutti i parrocchiani, infatti, hanno concretamente partecipato ai lavori dando la propria disponibilità per tagliare il legno dalle foreste e realizzare la nuova struttura.
I 2.000 euro arrivati dall’Italia hanno permesso di completare l’edificio con materiali di costruzione che non si trovano in loco.
Qui le foto che testimoniano i lavori effettuati.