
In ogni numero di “Popoli e Missione”, all’interno dell’Inserto PUM, a firma della nostra collaboratrice Loredana Brigante viene pubblicato un articolo che presenta un Centro missionario diocesano (CMD). Volentieri lo rilanciamo anche sul sito di Missio, certi che possa essere un’occasione di conoscenza vicendevole e uno stimolo di confronto per tutti i Centri missionari delle varie diocesi d’Italia. Questa nuova “Finestra sulle diocesi” accompagna nel Centro missionario diocesano di Lodi con un’intervista al direttore, don Marco Bottoni.
Dal Centro missionario diocesano di Lodi ci risponde don Marco Bottoni, 45 anni, rientrato nel 2021 dopo 10 anni in Uruguay. «A Ovest, dove nel 2011 la diocesi ha aperto la missione di Mercedes», dice il sacerdote, ricordando però anche i 30 missionari lodigiani sparsi nei cinque continenti.
Con lui, in équipe, don Davide Scalmanini, ex fidei donum in Niger, una suora dell’Ecuador e una coppia di sposi. Un mix perfetto per far fronte alle diverse urgenze della diocesi. Una di queste è l’attenzione ai migranti e alle nuove povertà: «A livello nazionale, infatti, Lodi è una delle province con il più alto tasso di presenze immigrate». I gruppi più numerosi sono quelli di origine latinoamericana: primi fra tutti, i peruviani, seguiti da ecuadoriani e boliviani. «C’è una cappellania in lingua spagnola, si celebra una Messa nella loro lingua una volta al mese e si cerca di inserire le loro feste – a cui tengono molto – nelle celebrazioni domenicali», spiega don Marco, che ci racconta di alcune loro tradizioni: la festa boliviana della Virgen de Urkupiña, quella della Virgen del Cisne (Ecuador) e la processione dei fedeli peruviani per il Señor de los Milagros.
«Si fa invece più fatica con i gruppi di origine africana, non cristiani; e la pastorale si è più orientata sulla conoscenza», continua don Marco. «Principalmente, ci occupiamo del sostegno a distanza e del coordinamento e della distribuzione delle offerte per tutti i missionari del mondo, lodigiani compresi», oltre che dell’animazione della Giornata Missionaria Mondiale e della veglia diocesana, «momenti molto partecipati, celebrati ogni anno in un posto diverso».
Ci sono poi i microprogetti e gli itinerari di preghiera e riflessione, proposti in occasione dei tempi forti, in collaborazione con Caritas e Pastorale Giovanile.
Un appuntamento a cui il Centro missionario diocesano di Lodi tiene particolarmente è, in primavera, il week-end di formazione per animatori missionari. Un sogno, invece, che è comunque già tra i programmi futuri, è far partire per un’esperienza missionaria gruppi giovanili e non. Don Marco, infine, ha una passione per la corsa («che anche in Uruguay diventava occasione di incontro»). E ci fa pensare a Maria che si alzò e andò in fretta da Elisabetta. E ad una Chiesa in uscita che va verso i poveri.