Non una vetrina di personaggi ma occasione di ascolto delle esperienze di quanti si sentono protagonisti della missione. Al terzo giorno di eventi, il Festival dedica uno spazio importante alla’attività dei laici in cui c’è <<una sapienza che va compresa e valorizzata>> come ha sottolineato Antonella Marinoni della Comunità missionarie laiche del Pime, aprendo l’incontro su “Laici, protagonisti della missione” che si è svolto stamattina presso l’Auditorium San Barnaba. <<Siamo discepoli e discepole missionarie, dietro ognuno di noi ci sono mondi vivi che respirano a pieni polmoni l’aria del Vangelo>> ha detto Marinoni, introducendo gli ospiti della tavola rotonda animata da diversi video. Nel primo  è stato messo a fuoco alcuni tratti della missione laicale come la molteplicità, la creatività e la diversità delle esperienze. Sempre nello stile di fiducia, di accoglienza e condivisione con i fratelli, senza differenze. Marco Ratti, giornalista fidei donum ha spiegato come il giornalismo è espressione di servizio missionario. Grazie alla sua formazione professionale, Ratti ha collaborato con la diocesi di Milano coi comboniani e poi con la diocesi di Verona. Va in Brasile come fidei donum e dopo avere sperimentato le condizioni di vita degli impoveriti senza voce, al ritorno in Italia crea il sito on line www.osservatoriodiritti.it. <<Nei tre anni passati in Brasile ho capito che ascoltando il grido degli ultimi si possono comprendere le domande autentiche e cercare le risposte per creare una società più giusta. Ho creato un sito con la filosofia di far gridare chi subisce violazione dei diritti nella propria vita. Da una parte ci sono gli interessi di chi fa affari da alcune situazioni e dall’altra c’è chi paga con la propria vita i guadagni delle aziende>>.

Un video su “Missione e progetto” ha messo a confronto due volontarie laiche che hanno vissuto esperienza in diversi contesti di missione.

Federica Nassini fa parte del Servizio Volontario Internazionale (SVI), che lavora in collaborazione con le altre ong bresciane Servizio Collaborazione Assistenza Internazionale Piamartino (Scaip) e Medicus Mundi italia. L’unione delle tre ong semplifica e velocizza la realizzazione delle attività, contiene le spese e aiuta le persone a vivere in una rete di relazioni che tende ad ampliarsi. <<Cerchiamo di fare cooperazione internazionale, combattiamo con i finanziamenti, cerchiamo di selezionare secondo le nostre filosofie. Non si può dare nulla di scontato. Le nostre tre sigle  collaborano con istituzioni civili e religiose, ma soprattutto con i missionari nel mondo, per noi co-working fa rima con net-working>>.

Molti input interessanti vengono dalle famiglie, specialmente quando la loro è una “missione a km 0”, secondo lo slogan inventato dalla diocesi di Milano per le esperienze che stanno vivendo 15 famiglie in altrettante parrocchie milanesi. Perché la Chiesa è una comunione di vocazioni differenti e spesso vivere la missione non vuol dire fare chilometri di viaggio ma cambiare stile di vita. Diventare accoglienti e assumersi impegni (anche piccoli) nella Chiesa locale. <<Anche se non siamo mai stati in missione viviamo uno stile di vita in cui ci mettiamo in discussione tutti insieme>> dice Chiara Viganò, una madre di famiglia che ha deciso di aprirele porte di casa anche ad amici e sacerdoti. Spiega: <<Siamo una famiglia che ha deciso di vivere insieme con dei sacerdoti, per vedere il volto più umano della Chiesa. Chi viene a casa nostra si sente accolto, anche se non è facile vivere insieme con persone di provenienze diverse. Mettendo insieme  piccole forze si possono fare grandi cose>>.  Anche Claudio Treccani è un laico profondamente inserito nel mondo ecclesiale, lavora da più di dieci anni al CMD dove è impegnato per la formazione alla mondialità nelle scuole. <<Un laico che lavora in curia ha un posto particolare per capire il modello di una Chiesa in evoluzione, simile a quello che si può sperimentare in missione. Corresponsabilità è cammino di condivisione come Gesù ci indica nel Vangelo. Non serve andare in missione ma anche qui, ci sono molte cose da discutere, maturare e rafforzare. Comunità di laici e ruolo, il suo servizio alla missione mettendo al servizio della comunione i singoli carismi>>.  Luca di Padova rappresenta Missio Giovani che nel Festival della Missione, in particolare oggi, ha un ruolo importante. Perché la missio ad gentes affascina le giovani generazioni? << Non c’è un motivo razionale per spiegare perché dei giovani passino il mese delle loro vacanze estive andando in Paesi del Sud del mondo, ad affrontare difficoltà e condividere situazioni di povertà ed emergenza. Accompagno gruppi di giovani e li vedo tornare con occhi diversi. In viaggio incontrano domande molto scomode che suscitano molti sentimenti dentro. Gesù abita per strada in mezzo ai poveri, quando faccio esperienze missionarie, essere un mezzo di questo amore da una grande energia, è la promessa di un vita piena da vivere e ricordare. E’ questo che attira i giovani>>.