E’ una data simbolica, quella dell’1 giugno 1889, ma può essere considerata la fondazione dell’Opera di San Pietro Apostolo. Oggi, quindi, si festeggia il suo 132esimo anniversario.
Tutto comincia negli ultimi due decenni dell’Ottocento, quando monsignor Jules-Alphonse Cousin, vicario apostolico del Giappone meridionale dal 1855, poi vescovo di Nagasaki dal 1891, nonostante la sua convinzione della necessità di avere sacerdoti giapponesi per la rinascita della Chiesa locale, si trova forzato a rimandare a casa dei giovani che hanno chiari segni di vocazione sacerdotale, poiché non ha le risorse per farli studiare. Indirizzato da una benefattrice, si rivolgerà alle signore Bigard attraverso una lettera scritta il 1° giugno 1889, che sarà il punto di partenza della fondazione dell’Opera di San Pietro apostolo.
Dopo 132 anni, il sostegno della Pontificia Opera di San Pietro Apostolo (Pospa) al clero delle Chiese missionarie di recente fondazione è più attivo che mai.
Sono tantissime le diocesi italiane impegnate nell’adozione di seminaristi, con contributi significativi di singoli e gruppi.
A titolo di esempio, vogliamo ricordare quella di Chieti-Vasto per il suo impegno esemplare in questa missione: fu una delle prime, infatti, ad ospitare nel proprio Seminario diocesano studenti non italiani (indiani) sulla base di un gemellaggio stipulato con una diocesi dell’India; inoltre, un presbitero dell’arcidiocesi di Chieti-Vasto, monsignor Antonio Graziani, è stato nel passato un vero e proprio “patriarca” della Pospa, promuovendo centinaia e centinaia di adozioni.
Ma l’impegno di sostenitori che offrono preghiere e risparmi per assicurare futuri preti alle giovani Chiese sorelle, continua con entusiasmo anche oggi. Don Michele Carlucci, direttore del Centro missionario diocesano di Chieti-Vasto, non si stanca di invitare i fedeli a privarsi «di qualcosa per aiutare chi, volendo diventare sacerdote, non ha i mezzi economici necessari». A ricordarlo è Rosanna Moretti, animatrice missionaria di Casalbordino, molto attiva anche nella Commissione regionale Abruzzo-Molise, che – prima dello scoppio della pandemia – si rese promotrice di un’iniziativa esemplare.
Ecco cosa racconta: «Don Michele, nostro direttore del Cmd, ci scrisse una bella lettera in cui ci spronava a fare un’adozione per collaborare “alla grande opera dell’evangelizzazione”. E suggeriva di proporre l’iniziativa ai bambini della Prima Comunione: d’altronde, grazie ai sacerdoti ci viene assicurata l’Eucaristia ma, senza queste figure, i ragazzi delle missioni non potrebbero celebrare questo sacramento». Un’osservazione che aiutò i bambini della parrocchia Ss. Salvatore di Casalbordino a riflettere sulla grazia di ricevere l’eucaristia e sull’importanza di assicurarla anche ai loro coetanei in terra di missione. Come? Dando la possibilità a un seminarista di una giovane Chiesa di diventare sacerdote. Così Rosanna propose il sostegno di un futuro sacerdote alle mamme dei bambini che si preparavano alla Prima Comunione e l’iniziativa fu accolta con entusiasmo e impegno.
Infatti, «senza sacerdoti – ricordava papa Giovanni Paolo II incontrando i benefattori italiani della Pospa in un’udienza speciale, il 9 marzo 1996 – la Chiesa non potrebbe vivere quella fondamentale obbedienza che è al cuore stesso della sua esistenza e della sua missione nella storia: annunciare il Vangelo e rinnovare ogni giorno il sacrificio del suo corpo dato e del suo sangue versato per la vita del mondo».
Ad aver fatte proprie queste parole di San Giovanni Paolo II non sono stati soltanto i bambini della Prima Comunione della parrocchia Ss. Salvatore di Casalbordino. Dagli archivi del segretariato della Pospa, ad oggi risultano attive sei adozioni a nome di gruppi di ragazzi che si stanno preparando o hanno celebrato il Sacramento dell’Eucaristia.
Esempi che, alla vigilia della festa del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, si arricchiscono di significato e possono essere di stimolo per molte altre realtà ecclesiali italiane: con l’impegno concreto di comunità, gruppi, singoli, famiglie e bambini, il sostegno ai giovani che si stanno preparando al sacerdozio diventa un abbraccio universale.