Gestendo un rifugio sul monte Alben, in alta Val Serina nel Bergamasco, un gruppo di giovani raccoglie fondi per sostenere i progetti nella parrocchia di Peña e sulle sponde del lago Titicaca in Bolivia. Per fare questo hanno costituito l’associazione La Cordillera. Il rifugio è stato inaugurato ad inizio estate, dopo due anni di lavoro, trasportando quasi tutti i materiali a mano.
Ne parla il docufilm “Dall’Alben alla Cordigliera”, uno degli otto prodotti da Luci nel mondo per la Fondazione Missio in occasione dell’Ottobre missionario.
Andandoli a trovare – due ore di cammino, 600 metri di dislivello da Cornalba, dove si lascia l’auto – questi giovani ti raccontano volentieri le loro esperienze in Bolivia e, soprattutto, cosa stanno facendo adesso per sostenere i loro progetti di solidarietà. «Sono stato volontario fisioterapista a Peñas in un progetto sanitario che aiuta le persone con difficoltà motorie, con malattie croniche e patologie acute», racconta Francesco Villa.
Continua Luca Barelli: «Tanti che hanno costruito questo rifugio hanno avuto esperienze con persone povere in Bolivia e questo ha creato connessione e solidarietà».
Anche Luca Persico dice: «Il rifugio l’abbiamo sistemato in quasi totale autocostruzione, usando materiali del luogo, come si faceva una volta. Questo ci ha permesso di rafforzare il rapporto tra noi, abbiamo capito fin da subito che finché non scattava tra noi un’alchimia fatta di intesa, che ci permetteva di raggiugere livelli alti di comprensione vicendevole, non potevamo portare a nessuno questa esperienza. E’ stato faticoso, però ci ha unito tantissimo».
A queste voci fa eco Marta Palvarini: «La Cordilliera unisce giovani da tutta Italia, alcuni hanno fatto esperienza in missione in Bolivia, altri si sono avvicinati con questo progetto del rifugio mettendo a disposizione il proprio tempo. Sono arrivati dicendo: “Mi fermo un giorno”, poi invece dopo due settimane erano ancora qui».
Anche Giacomo Lanaro, Miriam Sanvito ed Ester Campoleoni aggiungono le loro testimonianze che parlano di dare voci ai più deboli, riconnettersi alla natura che dà vita, imparare dalla gente che in Bolivia vive con semplicità e grandi valori che qui si rischia di perdere.
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