Una Chiesa sempre più missionaria, impegnata ad adempiere «il suo mandato, soprattutto quando testimonia, in parole e opere, la misericordia che ella stessa gratuitamente ha ricevuto». E’ la sottolineatura che apre la Costituzione apostolica Praedicate Evangelium che entrerà in vigore il prossimo 5 giugno nella solennità di Pentecoste.
Tra le novità più importanti di questa storica riforma della Curia, ci sono l’istituzione del Dicastero per l’Evangelizzazione presieduto dal papa, e del Dicastero per il servizio della Carità.
Abbiamo raccolto da don Giuseppe Pizzoli, direttore generale di Missio, le prime riflessioni su un documento che fin dal titolo – Praedicate Evangelium – evidenzia la natura missionaria della Chiesa universale del terzo millennio.
«Da tanti anni si parla della riforma della Curia romana – spiega don Pizzoli -. E’ un passo importante. Questa Costituzione si presenta subito come una concretizzazione dell’immagine della Chiesa così come era stata delineata dal Concilio Vaticano II. Sono passati tanti anni ma il Concilio, come dice papa Francesco, ha bisogno di 100 anni per essere messo in pratica, e noi oggi siamo a poco più di mezza strada. In linea con quanto il Concilio ha ispirato, la Chiesa guarda avanti sulla base delle indicazioni della Evangelii Gaudium in questa nuova impostazione della Curia».
Guarda con fiducia e simpatia al documento pontificio, don Pizzoli. Scorrendo il testo del documento, sottolinea come «l’ambito che riguarda più direttamente la missionarietà è il Dicastero per l’Evangelizzazione che avrà cambiamenti significativi. Quella che era la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, rivolta esclusivamente alla Chiesa missionaria ad gentes, viene inserita nell’ambito più ampio del Dicastero che riguarda l’evangelizzazione in tutte le direzioni, ed è diviso in due sezioni. La prima si occupa delle questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo a partire dal dialogo con le culture nel mondo contemporaneo; la seconda sezione si occupa invece della prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari. Mettere insieme queste due dimensioni darà buoni frutti, soprattutto perché cambierà (almeno nella realtà delle nostre Chiese locali, nelle nostre diocesi e parrocchie) l’idea che l’animazione missionaria riguardi esclusivamente l’ambito del sostegno economico, quindi l’aiuto caritativo. Il sostegno ai missionari non è solo un’azione di carità, è il sostegno all’opera evangelizzatrice della Chiesa che è inviata per sua stessa natura ad annunciare il Vangelo a tutte le genti».
L’animazione missionaria deve guardare non solo all’aspetto economico, alle raccolte fondi per i poveri di mondi lontani, ma deve, continua Pizzoli, «cambiare mentalità e diventare l’animazione missionaria che aiuta le persone a farsi carico, a sentire l’ansia per l’annuncio del Vangelo “fino agli estremi confini della Terra”. Una responsabilità che riguarda tutti i battezzati: non tutti possono partire per l’ad gentes, ma tutti possono sostenere chi lo fa a nome della comunità che lo invia per portare il Vangelo nelle aree di prima evangelizzazione. C’è poi una sottolineatura forte, nel documento, della spiritualità dell’evangelizzazione che deve permeare ogni sezione della Curia romana; e questo è molto significativo! Marca la necessità di un cambiamento di mentalità a cui lavoriamo da tanti anni: la Praedicate Evangelium darà una spinta molto forte».