Quel cammino sinodale che la Chiesa italiana sta percorrendo in tutte le sue dimensioni in questi mesi, in comunione con la Chiesa universale, tocca anche le realtà ecclesiali che hanno a che fare con l’educazione alla fede dei più piccoli.
E’ questa l’esperienza vissuta nella prima giornata del Convegno nazionale Missio Ragazzi, cominciato nel pomeriggio di oggi, venerdì 4 marzo, e rivolto agli incaricati diocesani della Pontificia Opera Infanzia Missionaria (Poim) e a tutti gli educatori alla fede interessati.
Il nucleo della prima sessione (in modalità web su piattaforma Cisco Webex) è ruotato intorno all’intervento dal titolo “Lo stile sinodale nei percorsi di catechesi dei ragazzi”, a cura di monsignor Valentino Bulgarelli, direttore nazionale dell’Ufficio Catechistico, sottosegretario della CEI e segretario del gruppo di coordinamento nazionale del Cammino sinodale.
Ricordando sin da subito la dimensione universale del Sinodo, monsignor Bulgarelli ha identificato nell’ascolto un atteggiamento imprescindibile per l’annuncio e l’evangelizzazione: «Mentre ascolti l’altro – ha spiegato – gli fai già capire che lui è importante per te. Ascoltare l’altro e non riempirlo delle nostre teorie e parole, è già fare evangelizzazione, già fare missione. E’ l’atteggiamento che impariamo da Gesù».
Ma l’esperienza del cammino sinodale non può prescindere neppure dal «reimparare ad incontrare le persone, quali esse siano: la comunità cristiana ha bisogno di riscoprire quest’istanza missionaria, cioè la capacità di incontrare le persone nella loro vita e nel loro quotidiano». Solo così si può colmare la distanza tra la Chiesa e il tempo di oggi e restituire alle comunità cristiane quello splendore tipico della vita credibile e gioiosa di ogni battezzato.
La credibilità è un altro aspetto essenziale per vivere uno stile sinodale da educatori: «Stimolare i ragazzi ad essere missionari nella loro vita di tutti i giorni, con gli amici, in famiglia, nei contesti quotidiani; aiutarli a riconoscere le ingiustizie, a non essere superficiali nell’approccio della realtà: tutto questo richiede un’operazione di accompagnamento». Ma se i ragazzi non vedono tutto ciò nella vita quotidiana dei loro educatori, per loro sarà solo un altro compito da svolgere. E’ fondamentale che «impariamo noi stessi ad essere testimoni con la vita, in modo che anche i piccoli possano essere attratti da quel modo di essere uomini e donne». D’altronde la vita di tutti i giorni è la prima palestra formativa. Ma, mette in guardia monsignor Bulgarelli, «attenzione al rischio di una burocratizzazione che può trasformare in adempimento un qualcosa che invece è vita, un Qualcuno che è vivo».
Infine il sottosegretario della CEI ha esortato i convegnisti ad osare: «Non abbiate paura di fare gruppi sinodali con i vostri ragazzi: fateli parlare, ascoltateli. Ma non solo con quelli che vengono in parrocchia, anche con gli altri». Ciò è possibile solo con un forte cambiamento di mentalità perché «l’evangelizzazione non è mai unidirezionale: è sempre e solo bidirezionale».
Prima della chiusura del collegamento odierno, uno spazio speciale è stato lasciato alla presentazione del Festival della Missione, kermesse in programma a Milano dal 29 settembre al 2 ottobre prossimi, promossa dalla Fondazione Missio e dalla Conferenza degli Istituti Missionari Italiani (Cimi) in collaborazione con l’arcidiocesi di Milano. A descrivere l’importanza di quest’appuntamento a cui tutti sono invitati a partecipare in presenza, è stato don Giuseppe Pizzoli che, come direttore di Missio, ricopre anche l’incarico di presidente del Festival della Missione.
Il Convegno procede domani con le sessioni del mattino e del pomeriggio: per tutti i partecipanti l’appuntamento è alle ore 9 sul web, con la “Finestra sul mondo” affidata a due relatori: Simone Parimbelli, laico fidei donum della diocesi di Bergamo, in Centrafrica dal 2017 al 2020; e suor Roberta Tremarelli, Segretario generale della Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria internazionale.