Il terzo e ultimo giorno del Convegno nazionale Missio Ragazzi, che si conclude oggi – domenica 5 marzo – a Roma e che ha visto la collaborazione di Agorà della Mondialità (servizio di formazione e animazione coordinato dal CUM di Verona), è dedicato alla presentazione degli strumenti di animazione missionaria ideati per il prossimo anno pastorale: primo tra tutti la Giornata Missionaria Mondiale dei Ragazzi (GMMR) 2024.
I primi due giorni hanno visto i convegnisti impegnati nella riflessione personale e comunitaria sulla Parola, nell’ascolto della testimonianza di una famiglia missionaria (quella di Francesco, Francesca e Chancelline Semeraro), nell’approfondimento sulla comunità educante e l’educatore “profeta”, nel confronto sulla relazione educativa, nel vivere un laboratorio di educazione alla mondialità che ha coinvolto in maniera esperienziale tutti i partecipanti e che può essere riproposto ai propri ragazzi, adattandolo alle diverse realtà locali.
Nella giornata di oggi è stato presentato l’Agorà della Mondialità come servizio per le scuole, ma anche per realtà di animazione missionaria e di percorsi di educazione alla missionarietà, visto che «mondialità e missione sono fratelli gemelli», come ha spiegato Maria Grazia Salmaso, direttrice del Centro missionario diocesano di Vittorio Veneto e membro dell’équipe di Agorà della Mondialità.
L’équipe di Missio Ragazzi ha presentato in anteprima il manifesto realizzato per la prossima GMMR, ideato e disegnato da Saverio Penati, illustratore di Missio Ragazzi. Lo slogan scelto per l’occasione è “Cuori ardenti, piedi in cammino”: a differenza di quanto viene fatto ogni anno, ovvero adattare a misura di bambini e preadolescenti lo slogan della Giornata Missionaria Mondiale per renderlo più comprensibile e accattivante per i più piccoli, quest’anno il Segretariato nazionale ha voluto mantenere invariata l’espressione “Cuori ardenti, piedi in cammino” perché ritenuta efficace e diretta per tutti. Certamente l’illustrazione del manifesto aiuta a definire meglio il messaggio: chi infiamma i cuori, cosa genera il cammino, chi sono i compagni di viaggio…
Tutti i convegnisti tornano nelle proprie diocesi di origine con uno zaino ricco di esperienze e stimoli.
Per gli animatori missionari, anche uno strumento in più: l’identikit che fotografa le caratteristiche che non possono mancare a chi vuole fare educazione alla missionarietà con i propri ragazzi. Quali sono? Eccone alcune: una mente aperta per dialogare con tutti, senza nessun pregiudizio perché sa che la diversità è una ricchezza; il mondo sempre in tasca, così come il Vangelo, perché non può disinteressarsi di ciò che accade nel Sud del mondo; le scarpe consumate perché va incontro ai ragazzi e alla gente, non si accomoda nelle sagrestie; un cuore attento e ardente di amore per Gesù e per tutte le persone (non solo i propri ragazzi); gli occhi ben aperti per non fermarsi al primo sguardo ma comprendere la complessità delle dinamiche globali, che sempre più hanno ripercussioni anche sulle realtà locali.