Il programma del Convegno nazionale Missio Ragazzi, che si chiude oggi – domenica 3 marzo 2024 – a Roma, è continuato con il riferimento costante all’esortazione del Vangelo di Matteo “Andate e invitate al banchetto tutti”, tema della prossima Giornata Missionaria Mondiale.
Con l’intervento del professor Alessandro Ricci, docente di Psicologia dell’educazione all’Università Pontificia Salesiana, dal titolo “Andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli”, i partecipanti si sono chiesti quali sono i crocicchi in cui vivono i ragazzi di oggi e si sono addentrati nell’ambito della psicologia degli adolescenti. Con un obiettivo unico: raccogliere strumenti e stimoli per svolgere con loro un’azione educativa efficace e vincente.
Il professor Ricci è partito da un’osservazione: «I giovani sono sempre gli stessi, oggi come ieri, con gli stessi bisogni di quando eravamo giovani noi. Chi è entrato in crisi è il mondo adulto di oggi, i genitori, gli insegnanti, i catechisti, i sacerdoti. E con gli adolescenti dobbiamo fare attenzione a non cadere nei pregiudizi, negli stereotipi, nelle apparenze».
Per educare c’è bisogno di empatia. Ma come fare a mettersi nei panni degli adolescenti? «Basta che mi ricordi com’ero io alla loro età», ha risposto il prof. Ricci.
I missionari sono esperti in quanto ad empatia, perché sono molto capaci di mettersi nel quadro di riferimento della persona che hanno davanti. Sono infatti abituati a interagire con persone di altre nazioni, popoli, culture. «Se non faccio questo anche con gli adolescenti, non ho possibilità di interagire con loro», ha messo in guardia lo psicologo.
Ma quali sono i crocicchi dove trovare i ragazzi di oggi?
Sicuramente nella dimensione digitale, visto che chi è nato dopo il 2006 viene chiamato “screen generation”. Gli adolescenti di oggi vivono una vita di relazione in rete, anziché in presenza, «ma anche quella digitale è una vita di relazione, che ci piaccia o no», precisa il professor Ricci.
Un altro crocicchio abitato dai ragazzi (ma anche dagli adulti) è la società liquida, per usare un’espressione del sociologo Bauman. Un luogo dove è in aumento il fenomeno del narcisismo, del sensation seeking (ovvero il desiderio di provare emozioni sempre più forti), della precocizzazione dell’affettività e della sessualità. Un luogo dove gli adolescenti sentono sempre più prepotentemente il bisogno di appartenenza, di sfida, di ricerca di senso.
«Nelle nostre proposte educative – ha spiegato il professor Ricci ai convegnisti – dobbiamo soddisfare questi bisogni, altrimenti gli adolescenti andranno a soddisfarli altrove».
Ed ha fornito anche dei suggerimenti agli educatori presenti: «Ex-ducere, cioè tirare fuori ciò che è nei ragazzi, far maturare, stare accanto, dare una direzione alla ricerca di un senso alla vita dei ragazzi. Gli educatori che vogliono i ragazzi uguali a loro, non stanno educando, stanno se-ducendo. “Seducere”, infatti, significa attirare i ragazzi a sé, ma l’obiettivo per gli educatori cattolici è indirizzare i ragazzi verso la relazione con Dio, non verso sé stessi».
I convegnisti, rientrando nelle proprie diocesi, si sono portati dietro tanti ingredienti acquisiti in questi tre giorni: stimoli, suggerimenti, nozioni, approfondimenti, grazie ai relatori che si sono succeduti, ma anche grazie ai laboratori di gruppo, ai momenti di confronto, di preghiera, di fraternità.
In fase di conclusioni, uno spazio speciale è stato lasciato alla presentazione della nuova proposta di animazione missionaria per l’anno pastorale 2024-2025. Il tutto per far sì che l’invito di “andare e invitare al banchetto tutti”, e nello specifico i ragazzi, diventi qualcosa di concreto.
Qui sotto le parole che i convegnisti, in fase di chiusura, hanno scelto per sintetizzare l’esperienza vissuta nel Convegno. Don Valerio Bersano, segretario nazionale di Missio Ragazzi, le ha accolte e, in fase assembleare, commentate e fatte proprie per trarre le conclusioni della tre-giorni, invitando i presenti a tornare nelle proprie diocesi con la consapevolezza di essere “sale” nelle realtà ecclesiali.