«Un missionario è sempre alla ricerca di Dio e lo trova nel suo popolo, perché è lì che incontra i testimoni e i profeti». Padre Davide De Guidi, comboniano a Nampula, in Mozambico, non ha alcun dubbio sul fatto che i veri profeti siano i reietti della Storia. E spiega a suo modo lo slogan della Giornata Missionaria Mondiale di quest’anno.

«I testimoni per noi – dice – sono quelle famiglie povere, quelle donne e quei giovani che fuggono dalla guerra e che abbiamo accolto in parrocchia; amano la vita anche nella peggior situazione. Hanno perso la casa, gli affetti, la terra eppure riescono a guardare al futuro con occhi nuovi».

Cacciati a colpi di machete e fucile dalle loro case sulla costa dell’Oceano Indiano (dove le decine di giacimenti di gas naturale interessano molto i miliziani), gli abitanti di Cabo Delgado si incolonnavano a piedi nella boscaglia e lungo le strade sterrate. Dopo giorni di cammino arrivavano nella grande città.

«Giunti a Nampula sapevano che lì c’era un posto che li avrebbe accolti. Si dava loro farina, fagioli, coperte, stuoie, sapone. Anche la popolazione li accoglieva nelle proprie case. Si è vissuta una risurrezione!», dice il comboniano.

Intervistato da Missio per la realizzazione di uno degli 11 docufilm per l’Ottobre missionario, padre Davide racconta l’immensa sfida accettata da una parrocchia di periferia.

Il Nord del Mozambico dal 2017 è stato messo a ferro e fuoco da gruppi armati che si definiscono jihadisti e che in realtà vogliono solo occupare quelle coste ricchissime. La violenza si è intensificata nel 2020 e durante i primi mesi del 2021.

«Abbiamo accolto circa 12mila sfollati su 800mila che ancora continuano ad arrivare», ricorda.

Padre Davide racconta i mesi più intensi di questa fuga da un conflitto che nessuno più definisce “guerra di religione”.

«Avevano perso beni e famigliari: in loro vedevamo un Cristo sofferente che diceva: “Sono qua e voglio fare ancora l’esperienza della risurrezione attraverso di te”. Abbiamo cercato di condividere quello che avevamo».

Parlando del suo essere missionario dice: «Quando andiamo in missione non portiamo noi qualcosa di nuovo, ma scopriamo insieme a loro quel che Dio fa di nuovo. Ho incontrato tante persone che mi hanno dato uno sguardo diverso sulle cose: è così che la missione entra nel tuo cuore in qualunque luogo tu sia». La vita è bella «quando accetti di giocartela per il Signore e i fratelli».

Un messaggio ai credenti per l’Ottobre: «La Chiesa deve aprirsi allo sguardo di Dio: chi crede nel Signore vedrà la sua opera e diverrà lui stesso un testimone e profeta».

 

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