«Avete fatto dei sacrifici immensi per raggiungere l’Europa. E gran parte di questi sacrifici sono dovuti anche alle nostre paure». E’ proprio la paura del diverso a provocare tanta sofferenza in chi fugge dalla propria terra per salvarsi.

Così il Cardinal Gualtiero Bassetti, Presidente della Cei, si è espresso nel corso di un incontro a Roma con i rifugiati e richiedenti asilo del Centro Astalli, nella chiesa del Gesù.

Accogliere, proteggere, promuovere, integrare: questo il tema dell’evento, voluto dalla Cei e dal Centro dei Gesuiti.

Il porporato ha fatto notare quanta «attenzione ma anche tensione c’è in ciascuno di noi, di fronte ai racconti dei rifugiati, racconti che sono come brandelli di carne viva»: comunicano dolore e coraggio. Quello delle scelte drastiche.

Soheila, 30 anni, rifugiata dall’Iran ha raccontato: «quando sono arrivata in Europa non pensavo sarebbe stata così dura. Sono stata in Danimarca un anno, avevo iniziato a lavorare in una scuola e di punto in bianco la polizia mi ha detto che per una legge europea che si chiama, Dublino dovevo tornare indietro in Italia. Ho dovuto ricominciare di nuovo tutto».

Bassetti ha prima ascoltato quattro di queste storie estreme, e poi ha preso la parola ricordando il miracolo della Pentecoste che ha trasformato le divisioni in unione, facendo sì che «popoli di etnia e lingue diverse arrivati dal Mediterraneo, cominciassero a parlare un’unica lingua: quella dell’amore».

Oggi servirebbe un miracolo simile, per unire anzichè dividere. Questo è il progetto di Dio, dice il Cardinale.

«Aver ascoltato questi racconti – ha rivelato – è stata  un’esperienza profonda di umanità». E allora «integrarsi diventa un arricchimento reciproco. Non siamo lupi ma esseri umani! Non ci dovrebbe esser bisogno di proteggersi».

Dialogando con i giornalisti, al termine dell’incontro ufficiale, è andato anche oltre, spiegando: «Io ho una grande missione: quella di liberare la gente dalla paura, la paura del diverso».