Il presidente del Brasile Jair Bolsonaro nega i principi fondamentali della Carta costituzionale del Paese. Ossia quelli finalizzati «a promuovere il bene di tutti, senza preconcetti sull’origine, la razza, il sesso, il colore, l’età e qualsiasi altra forma di discriminazione».
Lo scrive il Consiglio Missionario Indigenista (CIMI) in una nota inviata all’agenzia Fides, esprimendo il proprio rifiuto per «i veti presidenziali contenuti nel disegno di legge 1142/2020, approvato dalla Camera dei deputati e dal Senato federale del Brasile».
Il provvedimento prevedeva «misure urgenti per sostenere le popolazioni indigene a causa della pandemia del nuovo coronavirus», ma Bolsonaro ha posto diversi paletti, negando i principi fondamentali su cui poggia il Paese federale.
I rappresentanti dei popoli indigeni spiegano chiaramente che «i veti presidenziali ribadiscono il pregiudizio, l’odio e la violenza dell’attuale governo nei confronti delle popolazioni indigene, delle quilombole (discendenti degli schiavi africani) e delle popolazioni tradizionali, negando ancora una volta ciò che la Carta costituzionale del Brasile sostiene nei suoi principi fondamentali, articolo 3, punto IV: promuovere il bene di tutti, senza preconcetti sull’origine, la razza, il sesso, il colore, l’età e qualsiasi altra forma di discriminazione».
Secondo la dichiarazione del CIMI, «il Presidente manca di rispetto al Congresso Nazionale ponendo il veto su una legge che è già stata approvata quasi all’unanimità, anche dai partiti della sua base di supporto. Questa posizione presidenziale dimostra totale insensibilità alla situazione vulnerabile di migliaia di famiglie indigene, di quilombola e di comunità tradizionali su tutto il territorio nazionale, che in questa grave crisi li condanna a morte».