Si celebra il 25 e 26 maggio 2024 la prima Giornata mondiale dei bambini (Gmb) durante la quale sono attesi a Roma ragazzi da ogni parte del mondo. Partecipano interi gruppi in arrivo da tutte le diocesi, ma è assicurata anche la presenza di bambini provenienti da zone di guerra e di conflitto, giunti in Italia da Eritrea, Siria, Afghanistan, Haiti, Palestina, Ucraina, Sud Sudan, Mozambico, Nigeria, Colombia, anche di altre religioni.

Il senso dell’incontro è ben riassunto nel logo realizzato per l’occasione: la cupola (della basilica di san Pietro a Roma) abbraccia, accoglie e protegge i più piccoli rappresentati dalle impronte; queste sono di diversi colori perché richiamano le tante culture che insieme si accolgono a vicenda, valorizzando le differenze.

Che il papa desideri prendere come esempio la spontaneità e la purezza dei bambini, l’ha ripetuto più volte. Anche per i temi più importanti, come salvare il Creato o costruire la pace.

Nel suo messaggio in occasione della Gmb si è rivolto ai ragazzi con queste parole: «Gesù ci chiama e ci vuole protagonisti con Lui di questa Giornata mondiale, costruttori di un mondo nuovo, più umano, giusto e pacifico. Lui, che si è offerto sulla Croce per raccoglierci tutti nell’amore, Lui che ha vinto la morte e ci ha riconciliati col Padre, vuole continuare la sua opera nella Chiesa, attraverso di noi». Insomma, per papa Francesco ciascun bambino può e deve essere protagonista nel migliorare il mondo, seguendo la volontà e gli insegnamenti di Gesù. Per questo, il Santo Padre considera tutti i ragazzi suoi amici prediletti e desidera che siano suoi alleati nel costruire un mondo nuovo, più umano, giusto e pacifico.

Amici speciali di papa Francesco sono i ragazzi missionari di tutti i continenti, oggi riuniti nella rete della Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria (Poim). Questo ente esiste da 181 anni per aiutare il papa ad arrivare in ogni angolo del pianeta.

Fu fondato il 19 maggio 1843 da monsignor Charles de Forbin Janson, vescovo di Nancy (Francia); poi, il 3 maggio 1922, papa Pio XI, consapevole del grande contributo che in circa 80 anni l’Opera aveva dato alle missioni, la fece sua, riconoscendola come “pontificia”. Da quell’anno, dunque, il nome della rete che unisce tutti i ragazzi missionari del mondo è diventato Pontificia Opera della Santa Infanzia, più conosciuta come Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria (Poim).

In Italia oggi la Poim è chiamata Missio Ragazzi. Ma questo non cambia la sostanza della proposta, né l’unità tra tutti i bambini e gli adolescenti delle 130 nazioni del mondo dove è presente l’Opera.

Fedeli all’impegno che il vescovo Charles dette in origine ai ragazzi francesi, ovvero “Un’Ave Maria al giorno e un soldino al mese” per sostenere i loro coetanei cinesi in grave difficoltà, oggi tutti i ragazzi missionari hanno fatto proprio un motto ancora più ricco: “I bambini evangelizzano i bambini, i bambini pregano per i bambini, i bambini aiutano i bambini di tutto il mondo”.

Ciò significa che non dimenticano di affidare a Gesù i loro coetanei dei vari continenti e si impegnano per offrire un piccolo contributo in denaro che assicuri un futuro migliore ai bambini più in difficoltà, grazie al Fondo Universale di Solidarietà delle Pontificie Opere Missionarie.

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