Nella Giornata del Creato, si chiude l’appuntamento di Assisi organizzato dall’Ufficio nazionale di Cooperazione missionaria tra le Chiese e la Fondazione Missio “Ai crocicchi delle strade. Andate e invitate”. Una esperienza di spiritualità missionaria molto viva per i 200 partecipanti in presenza e per gli oltre cento che hanno seguito gli interventi on line. Anche oggi la Giornata si è aperta con la lectio divina della teologa Laura Verrani, seguita da alcuni spezzoni del video curato da Luci nel mondo per l’Ottobre Missionario.

La condivisione delle Giornate ha tracciato un cammino che da Assisi  prosegue per l’Ottobre missionario, con alcune importanti riflessioni, messe in luce dalla sintesi di don Giuseppe Pizzoli, direttore generale della Fondazione Missio. Come possiamo inserirci in un cammino a livello personale e insieme alla nostra comunità? Come vivere l’animazione missionaria portando nel cuore la passione missionaria? «A livello personale, dobbiamo  appassionarci alla Parola di Dio- ha detto don Pizzoli -. Dobbiamo rispondere all’invito del papa “Andate e invitate”, perché abbiamo delle responsabilità personali nel compiere la nostra missione, camminando insieme alle nostre comunità». Alla base di questo impegno bisogna superare le difficoltà dei vari contesti, cercando «di relazionarci, ascoltando le persone, impegnandoci personalmente. La missione con i social viaggia fino a luoghi lontani ma serve solo a portare messaggi, non è la relazione. La missione è una realtà dinamica che passa attraverso relazioni dirette: impariamo a valorizzare le relazioni dirette, a volte anche facendoci aiutare».

Il missionario non è un influencer, è un testimone che mette Cristo al centro della sua vita e che per questo si mette a servizio della comunità, in relazione con le persone. «Ci sono molti gruppi, come tante costellazioni ha detto ancora Pizzoli -, ma la comunità è altro: comprende persone diverse, giovani, adulti, famiglie, anziani. Per tutti c’è un appuntamento settimanale che va al di sopra dei gruppi. La messa della domenica ha lo scopo di riunire e costituire la comunità, un momento in cui tutti devono sentirsi accolti, a casa. A livello di comunità appassioniamoci per la liturgia, che non è cerimonia ma incontro col Signore e con la comunità».

Dalla persona alla comunità, lungo la strada della fraternità e della solidarietà l’orizzonte che si delinea è quello della Chiesa universale. L’apertura universale, ha concluso Pizzoli «non è solo fare progetti per aiutare chi è più povero. Là dove c’è il nostro missionario c’è una comunità che vive la nostra fede: creiamo la comunione prima di pensare ai bisogni della gente. Dobbiamo sentirci parte della Chiesa che è grande come il mondo, come animatori missionari dobbiamo essere capaci di allargare la nostra comunità. Non basta rimanere fermi ai progetti caritativi, bisogna essere animatori missionari. Le Pontificie Opere Missionarie-Pom in comunione non solo con un missionario ma con tutte le Chiese, a partire dalle più povere. Le Pom sono il canale per garantire attraverso la raccolta nel Fondo Universale di Solidarietà-Fus questo servizio universale».