Si chiude domani, sabato 13 novembre, al CUM di Verona il Corso per missionari rientrati, un’attività di Missio in collaborazione con il Segretariato unitario di attività missionaria (Suam) della Conferenza degli Istituti missionari italiani (Cimi).
Venti i partecipanti, missionari e missionarie di diverse congregazioni religiose e fidei donum, tutti con importanti esperienze di evangelizzazione alle spalle in luoghi spesso difficili e martoriati da guerre e carestie.
«Quest’iniziativa – dice suor Antonia Dal Mas, responsabile del Suam, che assieme a don Marco Testa, direttore della sezione CUM di Missio, ha accompagnato il corso – ha l’obiettivo di facilitare il rientro in Italia di missionari e missionarie che, dopo aver speso anni significativi della loro vita in missione, ora devono immergersi in un contesto, quello italiano, nel frattempo molto cambiato sia a livello sociale che di Chiesa. E’ un passaggio delicato e difficile. C’è il pericolo che, di fronte ad uno spaesamento, si ritirino nel passato e non vivano l’oggi. Compito del Suam è prevenire questo, oltre a proporre una formazione adeguata ai loro bisogni».
Ecco quindi che nella settimana di Corso si sono alternati pastoralisti, psicologi, economisti, sociologi per ridefinire il quadro di riferimento, «dove l’Italia è andata nel frattempo».
Tra i presenti: Raffaella Canini, laica dell’Associazione Papa Giovanni XXIII, che ha vissuto 30 anni in Brasile; don Olindo Furlanetto, responsabile di Seminari in Brasile e ora rientrato a Treviso; l’attuale direttore del Centro missionario diocesano di Treviso, don Gianfranco Pegoraro, di rientro dal Paraguay; padre Michele Palumbo, un marista che ha lavorato per molti anni nel Chiapas in Messico; padre Giuseppe Caramazza, comboniano, che ha appena lasciato importanti incarichi di insegnamento nel Tangaza College a Nairobi, in Kenya; don Attilio De Battisti, già fidei donum in Thailandia e ora parroco a Padova; don Giovanni Piumatti, che dopo 50 anni di Repubblica Democratica del Congo rientra a Pinerolo; don Damiano Raspo, che ha lavorato con dom Pedro Casaldaliga in Amazzonia e ora è parroco a Fossano; suor Aurora Mondin, pastorella, rientrata da Cuba.