Di passaggio a Roma per partecipare ad un corso di aggiornamento promosso da Propaganda Fide, cinque Rettori di altrettanti Seminari sostenuti dall’Opera di San Pietro Apostolo, sono venuti in visita presso la Fondazione Missio per fare poi ritorno nel primo pomeriggio al Collegio San Giuseppe, all’interno del Complesso dell’Urbaniana.
Accolti da don Valerio Bersano, Segretario nazionale della Pontificia Opera della Propagazione della Fede e da Tommaso Galizia, Segretario nazionale dell’Opera di san Pietro Apostolo e vicedirettore Missio, si sono riuniti in un incontro che ha permesso di conoscere la realtà in cui operano don Francois Sylla, rettore del Seminario maggiore Benedetto XVI di Conacry in Guinea; padre Paul Gomes a capo del Seminario nazionale di Dhaka (Bangladesh); padre Kamran Taj responsabile del Seminario di Karachi (India); padre George Panthanmackel Rettore del Seminario di Barrackpore nello Stato del Bengala (India); padre Richard Britto, Rettore del Seminario maggiore di Saint Peter a Bangalore nello Stato del Karnataka (India).
Molti gli spunti emersi da queste testimonianze che vengono da Paesi di missione dove spesso le vocazioni sono in crescita, malgrado i cristiani siano solo una esigua minoranza. Le loro voci hanno raccontato l’impegno quotidiano degli studi e della gestione dei Seminari, realtà di vita spirituale che hanno bisogno di molte attenzioni a partire dall’autosostentamento degli studenti.
Ne ha parlato padre Francois Sylla, ringraziando per il finanziamento da parte della direzione di Missio del “Progetto Guinea per la costruzione di una stalla per l’allevamento dei maiali”, che aiuta la vita quotidiana del Seminario in cui 105 futuri preti studiano teologia e filosofia. «Quello che riceviamo dai benefattori – ha detto padre Francois – ci aiuta a progettare l’indipendenza alimentare del nostro complesso. Abbiamo tanti altri progetti, uno di questi mira a creare una piantagione per la produzione di olio di palma, molto usato nella nostra alimentazione. L’allevamento dei maiali ci serve per i nostri seminaristi, ma speriamo che prossimamente ci permetta di vendere una parte del bestiame per diminuire i costi e guadagnare anche qualcosa. Non è facile occuparsi di un Seminario, grazie alla vostra solidarietà sappiamo che siamo sostenuti moralmente e spiritualmente ma anche materialmente».