Macerie, violenze, morti. La storia di questi mesi è fatta di profughi, soldati e campi di battaglia in cui le cronache dal fronte non bastano a raccontare e comprendere la delicata scacchiera della guerra in Ucraina. Un conflitto che vede schierati soldati e mezzi militari sul territorio e un esercito di tastiere pronte a sparare fake news a largo raggio di diffusione. E’ “l’informazione con l’elmetto” a cui Popoli e Missione di maggio dedica il dossier, commentando esempi e conseguenze del potere mediatico usato per fini politici. Una narrazione strumentale della realtà che mescola propaganda e disinformazione, che fabbrica notizie fatte per confondere l’opinione pubblica internazionale, negando la storia e manipolando immagini e testimonianze senza scrupoli. Sarà grazie al servizio alla verità di testimoni e operatori dell’informazione che si potranno superare i rischi dell’era dell’infodemia cibernetica. Nelle situazioni di crisi, sotto le dittature e nelle guerre che si stanno consumando in tutto il mondo e non solo in Ucraina.
Eppure, seguendo gli instancabili appelli di papa Francesco, vogliamo continuare “la lunga marcia della pace” che ci porti finalmente a «fermare ogni forma di violenza e ad eliminare le armi» come scrive il direttore Gianni Borsa nell’editoriale, sottolineando l’urgente bisogno di approdare alla pace, «un bene inestimabile ma fragile che non può essere dato per scontato». Preoccupazione e solidarietà con il popolo ucraino sono al centro dell’intervista che monsignor Giuseppe Satriano, arcivescovo di Bari-Bitonto e presidente della Fondazione Missio, ha rilasciato per i lettori di Popoli e Missione, raccontando l’esperienza della Carovana della pace “Stop the war now” (1-3 aprile) dall’Italia a Leopoli in Ucraina per portare 30 tonnellate di aiuti umanitari e «incontrare i pastori delle Chiese cattolica e ortodossa», ha raccontato monsignor Satriano.
Un servizio sull’accoglienza ai profughi in Moldavia esamina il quadro geopolitico della regione a rischio espansionismo russo. La situazione interna è molto tesa per l’emergenza umanitaria, come conferma don Marco Pagniello, direttore di Caritas italiana, che ha avuto contatti con la Caritas locale, visitato Centri di accoglienza e contribuito all’organizzazione di corridoi umanitari.
In questo numero di Popoli e Missione don Giuseppe Pizzoli, direttore generale di Missio, commenta la costituzione apostolica Praedicate Evangelium che sancisce importanti cambiamenti nella struttura della Curia romana, mettendo al centro della riforma la Chiesa universale con la vocazione all’annuncio. Tra le novità più importanti di questa storica riforma l’inserimento della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli nell’ambito del più ampio Dicastero per l’evangelizzazione presieduto dallo stesso papa Bergoglio.
Tra i prossimi programmi del pontefice c’è il viaggio apostolico in Congo e in Sud Sudan nel luglio prossimo. I missionari e le missionarie attendono con ansia questo appuntamento con la società civile e i politici per superare i conflitti che tante vittime hanno già procurato.
Dalla Sierra Leone un’esperienza di successo al servizio dell’emergenza medica: è il National Emergency Medical Service creato grazie all’impegno del Cuamm-Medici con l’Africa dopo l’epidemia di Ebola che dal 2014 al 2016 ha ucciso oltre quattromila persone.
Un ampio reportage con foto e testimonianze raccolte tra i partecipanti, ci permette di condividere la grande festa di tutta la diocesi di Rumbek in Sud Sudan per la consacrazione vescovile di padre Christian Carlassare lo scorso 25 marzo. Vittima di un grave attentato lo scorso anno, padre Carlassare ha ringraziato il clero locale, i missionari intervenuti e i laici, sottolineando: «Mi sento particolarmente unito al clero locale che mi ha accolto per camminare verso il futuro di questa diocesi».