Non c’è esortazione più chiara di “Sii il sogno di Dio” per invitare bambini e adolescenti a vivere in prima persona la testimonianza e la profezia. Sì, perché il tema della Giornata Missionaria dei Ragazzi, di cui questo è lo slogan per l’edizione 2022, è il medesimo di quello della Giornata Missionaria Mondiale (GMM) che nell’edizione 2021, lo sappiamo, ha avuto come slogan “Testimoni e Profeti”.
Ma l’appuntamento che la Chiesa universale propone nella solennità dell’Epifania invita tutti i ragazzi del mondo a vivere anche la solidarietà con i coetanei dei cinque continenti. Come? Proponendo due piccoli impegni: la preghiera per i più piccoli e bisognosi e un’offerta per assicurare loro almeno l’indispensabile. L’invito a donare è rivolto a tutti, ognuno secondo le proprie possibilità: l’insieme di quanto raccolto in ogni Paese va a finanziare il Fondo Universale di Solidarietà delle Pontificie Opere Missionarie (Pom), nel quale confluiscono anche le offerte della Giornata Missionaria Mondiale di ottobre.
SOLIDARIETA’ NON SOLO DEI RAGAZZI – La Giornata Missionaria dei Ragazzi, oltre a vedere protagonisti i più piccoli nella loro vocazione missionaria in forza del proprio Battesimo, sollecita anche tutte le comunità parrocchiali ad un impegno di solidarietà per quest’appuntamento: in altre parole, la raccolta delle offerte durante le celebrazioni eucaristiche è destinata – per volontà dei vescovi – alla finalità di sostegno dei progetti missionari delle Pom a beneficio dell’infanzia nel mondo.
IL SIGNIFICATO DELLO SLOGAN 2022 – Entrando nello specifico del tema che Missio Ragazzi ha scelto per l’edizione 2022, sorge spontanea una domanda: come far comprendere ai più piccoli che già qui ed ora, nella vita di ogni giorno, possono e sono chiamati ad essere testimoni del Vangelo e portatori delle profezie di Dio?
Può apparire un obiettivo ambizioso o inarrivabile, ma è più attuabile di quello che sembra: si tratta di aiutare i ragazzi a «capire come essere capaci di partire dal proprio Battesimo e dalla fede ricevuta in dono e di “prendere il mondo in simpatia” guardando lontano», spiega don Valerio Bersano, responsabile di Missio Ragazzi. «L’amore di Dio che conosciamo in Gesù, infatti, non è un discorso astratto, ma è un amore concreto, incarnato nei discepoli missionari, piccoli o grandi che siano per età e responsabilità», prosegue il sacerdote.
Così l’équipe nazionale di Missio Ragazzi ha pensato di declinare il tema della GMM 2021 in uno slogan “a misura di bambino”, che facesse comprendere sia l’importanza del protagonismo di ciascuno nell’essere testimone di Gesù, sia la bellezza del concretizzare il sogno di Dio, che poi è contribuire a costruire il suo Regno. Ecco perché è nato lo slogan “Sii il sogno di Dio” per la Giornata Missionaria dei Ragazzi 2022.
Per don Bersano, “Sii il sogno di Dio” è anche un invito appassionato rivolto a tu per tu per essere «quello che Dio attende da te: sii quello che manca perché l’umanità sia migliore. Come dice papa Francesco: “Impara dalla meraviglia, coltiva lo stupore e soprattutto sogna! Non avere paura di sognare. Sogna. Sogna un mondo che ancora non si vede. Il mondo, infatti, cammina grazie allo sguardo di uomini che hanno sognato”».
Nella Giornata Missionaria dei Ragazzi 2022, quindi, bambini e adolescenti sono chiamati a scoprire il sogno di Dio, che è la profezia del Regno, e a vivere da protagonisti nell’attuarlo, che è la testimonianza richiesta a tutti i cristiani, in quanto battezzati, senza limitazioni d’età.
TESTIMONIANZA E PROFEZIA – Se l’aspetto della testimonianza è più semplice da comprendere e da vivere, quello della profezia per i più giovani può sembrare distante: «Sarebbe facile – commenta don Bersano – dire che è il Battesimo a rendere ciascun cristiano, sacerdote, re e profeta: troppo spesso lo “insegniamo” come una certezza ai ragazzi che ricevono la Cresima, ma sappiamo motivare e dare contenuto a questa affermazione? Se profeta è colui che parla ai fratelli a nome di Dio, quale può essere il contenuto del nostro parlare? Certamente possiamo dire con certezza a noi stessi e ai nostri giovani che non può dirsi profeta chi accetta e diffonde un linguaggio di rifiuto, odio, disprezzo per gli altri, razzismo e allontanamento del “diverso”, sopraffazione, bullismo e violenza, come troppo spesso vediamo accadere nelle scuole, nelle strade delle nostre città, sempre più spesso sui social così cari ai ragazzi. Profeta è allora chi annuncia la bellezza e la ricchezza della fraternità, della condivisione, del servizio agli altri, chi fa della preghiera reciproca una lode e un potente mezzo di comunione».