Tutti i ragazzi del mondo, in forza del loro Battesimo, sono invitati a vivere la missione sin da piccoli e a prendersi a cuore i loro coetanei più in difficoltà. In questo sono aiutati dalla Pontificia Opera Infanzia Missionaria (Poim), che in Italia è rappresentata da Missio Ragazzi.
Tramite quest’Opera pontificia, vengono proposti vari modi per sostenere i bambini più bisognosi nei cinque continenti.
Tra i tanti progetti sostenuti attraverso il Fondo Universale di Solidarietà (FUS), un grande “salvadanaio” dove confluiscono tutte le raccolte per la Giornata Missionaria Mondiale e per quella dei Ragazzi, eccone uno che viene realizzato in Perù, nel Vicariato apostolico di Iquitos.
Si tratta della ristrutturazione di un locale che possa accogliere la ludoteca per 120 bambini fino a 14 anni di età, uno spazio dove trascorrere del tempo prezioso, ricevendo cure e attenzioni attraverso percorsi e giochi educativi e una sana alimentazione. Con la somma ricevuta per la realizzazione del progetto verranno acquistati anche gli arredi della ludoteca e il materiale didattico e ricreativo.
Il contributo richiesto è di 5.700 euro.
La responsabile del progetto in questione (n.36) è suor Angela Maria Palaco Lopez che, in una lettera indirizzata alla Fondazione Missio, descrive così l’apostolato che quotidianamente con le sue consorelle assicura nella struttura di accoglienza per minori.
«Nella nostra casa vivono ragazze e ragazzi che provengono da diverse comunità della costa, desiderosi di studiare e costruirsi un futuro. Molti di loro hanno come lingua madre dialetti locali come achohara, awajun, wampis: la loro prima sfida è imparare bene lo spagnolo per poter comunicare al meglio. Ciò è possibile anche grazie alla convivenza e alla condivisione di giochi, laboratori, lezioni e aiuto reciproco».
Ma come si svolge la giornata nella casa di accoglienza di Iquitos?
«Iniziamo con la preghiera in cui si consacrano le azioni della giornata a Gesù e Maria; poi – racconta suor Angela Maria – proseguiamo con la colazione, i servizi (ordine e cura del proprio spazio personale), il primo laboratorio di catechesi in cui si insegna la dottrina cristiana, e i successivi laboratori di formazione come cucito, scrittura, arte e musica; alla fine della mattina abbiamo la preghiera del Rosario, seguita dal pranzo. Il pomeriggio è dedicato allo studio: le ragazze e i giovani ricevono un’istruzione accademica, da loro molto apprezzata, poiché nelle loro comunità di origine la formazione scolastica è elementare e spesso interrotta o addirittura neppure iniziata a causa delle difficoltà geografiche del luogo».
Assicurare ai ragazzi un’istruzione adeguata significa garantire loro nuove prospettive di vita, opportunità per proseguire gli studi tecnici o superiori e per interrompere quell’usanza, tipica di molte comunità locali, che vede gli adolescenti già impegnati con un partner e non consente loro di completare gli studi.
Nella casa di accoglienza gestita dalle suore sono in programma anche iniziative che impreziosiscono la vita comunitaria e rafforzano il clima di famiglia, come la celebrazione del Natale arricchito da tradizioni locali. Ma anche «una piccolissima missione – conclude suor Angela Maria – vissuta dalle ragazze lungo il fiume Nanay: nonostante fossero pochi giorni, è stato molto bello poter condividere con i bambini, i giovani e le famiglie della comunità incontrata, i giochi comunitari, ma soprattutto partecipare insieme alla Santa Messa che qui è un grande dono, dal momento che non sono molti i sacerdoti che possono visitare queste comunità a causa della lontananza del luogo».
Qui trovi la scheda riassuntiva del progetto n.36.
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