L’accordo di pace è stato raggiunto nel Darfur, regione del Sudan massacrata da oltre vent’anni di conflitto tra gruppi ribelli indipendentisti e governo centrale, ma c’è già chi si chiede quanto durerà.
La domanda viene posta dalla tv panaraba Al Jazeera ad alcuni esperti di quest’area, tra cui Alex De Waal, direttore esecutivo della World Peace Foundation, e Jamelah Ahmed, membro della Sudan Task Force per il negoziato.
Sono molti i dubbi sollevati dagli analisti: la gioia per la riuscita dell’accordo è evidentemente prevalente al momento, ma rimane un certo scetticismo circa la durata della pace. In particolare preoccupa il fatto che due fazioni ribelli (le cinque principali denominazioni ribelli sono rappresentate dal Fronte Rivoluzionario del Sudan) non hanno firmato l’accordo. In secondo luogo, dicono gli analisti, è da tener presente il fatto che la pace già in passato è naufragata per ben due volte: nel 2009 e poi nel 2011.
L’accordo raggiunto a Juba (capitale del Sud Sudan), con la mediazione del Sud Sudan e degli Usa, è molto complesso e copre diversi ambiti tra i quali: il possesso della terra, la giustizia, la divisione dei poteri, la sicurezza con lo stop ai combattimenti, e soprattutto il ritorno degli sfollati nelle regioni di appartenenza. Oltre 300mila persone sono state uccise da quando il conflitto nel Darfur è iniziato 17 anni fa.
«Vorrei essere fiduciosa, ma non so quanto si possa arrivare alla fine totale delle violenze», ha commentato Jamelah Ahmed. Uno dei dubbi riguarda proprio la suddivisione dei poteri tra i vari gruppi.
La foto è tratta dal sito di France24.