Non si può sorvolare sulla propria dimensione di battezzati, in quanto per noi cristiani il Battesimo è la nostra carta d’identità, il nostro atto di nascita.
E’ per questo che il Convegno nazionale degli incaricati diocesani di Missio Ragazzi si è aperto questo pomeriggio – venerdì 8 marzo – con una riflessione di Jessica Trombatore, insegnante e membro del Coordinamento Teologhe Italiane, dal titolo “Battezzati: un’identità da riscoprire”.
I 60 partecipanti riuniti presso la Casa per ferie “Ospitalità Bakhita” di Roma, dopo l’accoglienza, si sono subito confrontati con il tema “Battezzati e inviati. La Chiesa di Cristo in missione nel mondo”, scelto dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e dalle Pontificie Opere Missionarie per il Mese Missionario Straordinario Ottobre 2019 (MMS Ott 2019).
Che tutta la Chiesa rifletta sul senso della missione, insita nella dimensione di ogni cristiano, è un desiderio di papa Francesco, ideatore del MMS Ott2019.
È proprio dal magistero di Bergoglio che la teologa Trombatore è partita per la sua riflessione: «Esaminando i documenti ufficiali emanati da papa Francesco – ha detto la teologa – ci si rende conto che la parola “identità” appare più volte, specie nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium e nell’enciclica Laudato Si’, dove tale termine si conta per ben 13 volte. Inoltre, va tenuta presente anche l’esortazione apostolica Gaudete et exsultate, sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo». Riappropriarsi della propria identità cristiana è fondamentale, soprattutto ora, in un periodo storico in cui essa è messa in discussione, rimane incerta, relegata nell’ambito strettamente privato o personale, avulsa dall’impegno della testimonianza.
Sembra banale, ma è invece emblematico notare che la data del proprio Battesimo è quasi sempre sconosciuta ai più… eppure, ha fatto notare Jessica Trombatore, il Battesimo è la “porta” della fede e della vita cristiana, è il giorno della nostra rinascita: «Perciò – ha proseguito – dovremmo conoscere tutti questa data, per festeggiarla come il nostro compleanno, magari ringraziando il Signore proprio in quel giorno».
Come educatori occorre tenere a mente il pericolo che sta dietro l’angolo per tutti, anche per i bambini affidatici nell’educazione alla fede: che molti battezzati non sperimentano la propria appartenenza alla Chiesa è un dato di fatto, ma non possiamo permettere che ciò accada anche ai nostri ragazzi. Per scongiurare tutto ciò, occorre che gli animatori e, in generale, gli operatori pastorali siano i primi a sapere come ricomporre la frattura tra la fede e la vita vissuta.
Inoltre, occorre ricordarsi che «il Battesimo non è un evento sacramentale che appartiene al passato, ma è l’evento sacramentale che caratterizza e vivifica continuamente l’esistenza cristiana, rinnovandosi in ogni momento» ha sottolineato la relatrice.
Insomma, attraverso il Battesimo ci viene donata una missione, della quale non dobbiamo lasciarci rubare l’entusiasmo: a tal fine papa Francesco ricorda spesso l’importanza di una formazione costante, soprattutto per gli adulti, ma non solo. Perché per tutti i cristiani, nessuno escluso, la missione non può essere un optional.