Immersa in una realtà statale ancora molto instabile e costellata di turbolenze politiche, la Chiesa della Guinea Bissau punta molto sull’istruzione e sulla qualità della scuola per i suoi giovani, a partire dai bambini delle periferie.

«L’avvenire dipende dalla qualità dell’educazione: pensare alla scuola significa pensare al futuro dei nostri nipoti e per questo voglio ringraziare la Chiesa italiana che ci sostiene».

A dirlo è monsignor José Camnate na Bissign, vescovo di Bissau, nel corso di un incontro informale oggi, alla Fondazione Missio. 

Di passaggio a Roma, dopo aver partecipato al summit sulla tutela dei minori in Vaticano, monsignor Camnate na Bissing  ha voluto incontrare il direttore di Missio, don Giuseppe Pizzoli e i dipendenti della fondazione, anche per fornire qualche spunto di riflessione sulla realtà di  questo Paese dell’Africa Subsahariana, a maggioranza islamica, che ha raggiunto tardi l’indipendenza dal Portogallo.

Qui la presenza dei missionari è preziosa, anche per sopperire alle tante carenze e far fronte ai bisogni dei più poveri.

«Siamo indipendenti dal 1975 – ha spiegato – e da allora abbiamo sperimentato diversi modelli di organizzazione statale, per lo più fallimentari a livello economico e di gestione della cosa pubblica».

L’instabilità politica e «la mancanza di una leadership forte e capace, non hanno permesso in tutti questi anni di creare strutture scolastiche valide e un sistema sanitario pubblico che funzioni», ha detto il vescovo.

«Per questo ringrazio molto la Chiesa italiana e i missionari che ci sostiene con i progetti in diversi ambiti, ma anche per l’importanza della loro presenza di fede», ha aggiunto.

La Guinea Bissau soffre le conseguenze di una povertà endemica data anche dalla cattiva gestione economica, ma non ha problemi legati ad una conflittualità religiosa o a discriminazioni nei confronti dei cristiani, che pure rappresentano appena il 16/20% del totale.

«Non c’è conflitto per motivi religiosi – ha confermato il vescovo – i musulmani credono nel valore della fede cristiana e viceversa. Voi in Europa avete separato il mondo religioso e quello profano, da noi ancora non è successo: noi viviamo sapendo che tutte le religioni portano a Dio e il dialogo ecumenico e interreligioso è reale».

Le elezioni politiche alle porte in Guinea  lasciano sperare, ha aggiunto il prelato, che l’attuale partito al governo possa essere rieletto e possa governare senza interferenze per portare stabilità nel Paese, anche grazie al sostegno dell’Unione Europea e della comunità internazionale.