Proponiamo una versione ridotta dell’articolo di Riccardo Cristiano, che verrà pubblicato per intero sul prossimo numero di Popoli e Missione.
Per gli Assad la Siria non ha i confini che noi conosciamo, ma quelli della Grande Siria, quindi comprende il Libano, Israele, Palestina, Giordania, tutti Paesi che per gli Assad non esistono in quanto tali.
Dunque da tempo sappiamo che in Siria sarebbe andata a finire così, visto anche che negli Anni 80 il ministro della difesa siriano, Tlass, scrisse che il piano dei fratelli Assad comprendeva bombardamenti indiscriminati di Damasco se la rivolta fosse arrivata nella capitale, con una forza di fuoco di 700 cannonate mb21 ogni minuto.
Le propagande non tengono conto di tanti orrori, di cui gli opposti imperialismi sono responsabili, e dimenticano che oggi c’è un altro imperialismo che emerge, anch’esso figlio di un’eresia, quella khomeinista.
Il golpe con cui i khomeinisti si sono presi la rivoluzione iraniana è famoso, la cattura degli ostaggi all’ambasciata americana, ma quella rivoluzione non era teocratica, come il khomeinismo.
Ora si vuole esportare la teocrazia khomeinismta fino alle sponde del Mediterraneo, inglobando in questo impero teocratico Iraq, Siria, Libano. Strano che regimi laici siano alleati di un progetto imperiale teocratico, no?
Non c’è traccia di laicità nel regime militare e nazisteggiante di Assad, non c’è traccia di islam in quello saudita, che ha già rovinato l’Islam riempiendo il mondo di imam wahhabiti, tutti sostenuti dai petrodollari di Riad.
Le Chiese d’oriente, per tradizione cesaropapiste, non possono che difendere tutti i governi con i quali hanno a che fare, proprio per il loro cesaropapismo e per la loro consapevolezza che Putin, come gli zar, ambisce a presentarsi come il protettori dei cristiani in quelle terre.
Non a caso tutti questi patriarchi non hanno speso una parola per i martiri cristiani uccisi da Assad e Hezbollah per le strade di Beirut dopo l’assassinio di Hariri. Quei cristiani erano autorevoli intellettuali, grandi editori, leader dal passato comunista e così via, ma non erano di cultura cesaropapista. Per questo il loro martirio è caduto nel silenzio.
Solo Papa Francesco ha spezzato queste propagande, tutte.
Sostenendo le ragioni di chi è andato a picco, sotto la violenza di tutti i satrapi mediorientali, di qualsiasi religione o etnia sia, a me sembra che oggi sia la sola speranza per gli arabi, insorti contro i wahhabiti e i generali che hanno derubato i loro paesi di ogni ricchezza e di ogni diritto. Ma chi rimane all’ombra delle propagande difficilmente può vederlo.
In Siria i massacri chimici dipendono dalla mancanza di soldati per l’esercito di Assad. Non ha soldati perché i siriani si rifiutano di servirlo, solo i miliziani se sconfitti possono andare a rinforzare le sue milizie. Se guardassimo anche alla tragedia dello Yemen potremmo vedere un racconto simile, ma a parti capovolte.
Ma le propagande lo nascondono, solo Papa Francesco può portarci oltre, visto che parlano a tutti le parole che ha pronunciato sulla Siria a Pasqua: «E noi oggi domandiamo frutti di pace per il mondo intero, a cominciare dall’amata e martoriata Siria, la cui popolazione è stremata da una guerra che non vede fine.
In questa Pasqua, la luce di Cristo Risorto illumini le coscienze di tutti i responsabili politici e militari, affinché si ponga termine immediatamente allo sterminio in corso, si rispetti il diritto umanitario e si provveda ad agevolare l’accesso agli aiuti di cui questi nostri fratelli e sorelle hanno urgente bisogno, assicurando nel contempo condizioni adeguate per il ritorno di quanti sono stati sfollati».
foto tratta dal sito Fort Russ