Passione per la vita, rifiuto degli “automatismi sterili”; contrasto al calo di “tensione missionaria” e alla “malattia mortale della ripetitività” dentro la Chiesa.

Un sogno ad occhi aperti per rinnovare la missione dal di dentro, a partire dal territorio.

Sono alcuni degli stimoli giunti dal Segretario generale della Cei, Nunzio Galantino, intervenuto oggi a Sacrofano, al 9° Convegno nazionale dei direttori e delle equipe dei CMD, organizzato dalla fondazione Missio.

“Sognate anche voi questa Chiesa” per una progettualità missionaria alla luce dell’Evangelii Gaudium: questo il titolo dell’evento.

Bisogna sperimentare “strade nuove e coraggiose” del fare missione, suggerisce Galantino, dando libero sfogo alla creatività per invertire l’attuale trend che vede la missione attraversare una fase di stanchezza.

Lo strumento c’è, dice il vescovo, ed è l’Evangelii Gaudium. Secondo il Segretario generale della Cei la passione missionaria “può nascere solo in un clima appassionato che tragga origine dall’incontro vero con la vita di Gesù, non con le figurine o le immaginette di Cristo”.

E così è stato. Al termine del suo intervento le domande dalla platea hanno animato il dibattito del pubblico. A monsignor Galantino due esponenti del mondo missionario hanno domandato se esista un progetto della Cei per rilanciare la vita della missione.

La risposta: “Il progetto non ce l’ha la Conferenza episcopale, semmai ce l’ha la Chiesa nel suo insieme. State certi che noi vogliamo bene alla chiesa esattamente come voi”.

Monsignor Galantino attribuisce in parte alla fiacchezza dei Cmd la responsabilità del calo di tensione, ma anche ammesso: “l’aver dato per scontato che il nostro operato (come Chiesa) fosse già missione ci ha reso sospettosi verso le novità”. Un mea culpa collettivo: chiediamoci piuttosto “se davvero nel corso degli ultimi dieci anni si è passati dalle parole e dalle buone intenzioni ai fatti.

Davvero la nostra Chiesa oggi sta mettendo in atto un’accurata opera di animazione missionaria sul territorio?”, dice il vescovo.

Infine, parlando della fondazione Missio, e del futuro della fondazione Cum di Verona (che si occupa della formazione missionaria) Galantino ha spiegato: “Da circa un decennio si parla di una maggiore centralizzazione dinamica della fondazione Missio chiamata a qualificarsi sempre più come soggetto in grado di integrare, giuridicamente e pastoralmente. Il che non vuol dire far morire nessuno”.


Il riferimento era al destino giuridico del Cum e al probabile accorpamento ad altre strutture.

Nel suo intervento monsignor Monsignor Francesco Beschi, Presidente della Commissione Episcopale per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese, ha usato l’immagine del poliedro per rappresentare simbolicamente la Chiesa e le sue svariate componenti:

“E’ una dimensione dinamica – ha detto – fatta di soggetti che si contraggono e altri che nascono. In una continua ricerca di criteri teologici. Non poche volte mi confronto con interpretazioni della missione diverse. Questa è una ricchezza, ma come si ritrova?”.

La sinodalità è secondo Beschi la chiave di volta per ottenere tutte le risposte.