Non c’è pace in Sud Sudan. A Kajo-Keji appena pochi giorni fa è stato ucciso un catechista, insieme ad altre cinque cristiani.

Un gruppo armato è entrato in chiesa è ha sparato sulle persone presenti in quel momento.

Per il momento del catechista si conosce solo il nome, Lino, il quale ha profuso tutte le sue forze in favore della popolazione della parrocchia del Sacro Cuore. L’omicidio è datato al 22 gennaio.

I villaggi della zona sono sotto attacco continuamente. Oltre 50.000 abitanti di Kajo-Keji si sono rifugiati nella confinante Uganda a causa dell’insicurezza e delle aggressioni condotte dall’esercito sud-sudanese contro quelle che sono ritenute popolazioni ostili al governo centrale di Juba.

 

Il Sud Sudan sta vivendo un dramma atroce. La guerra civile che oppone il Presidente Salva Kiir all’ex Presidente Riek Machar ha accentuato i conflitti a sfondo etnico-tribale e quelli tra agricoltori e pastori. 

 

Il Vescovo di Yei, Sua Ecc. Mons. Erkolano Lodu Tombe, ha affermato che la parrocchia del Sacro Cuore di Lomin rischia di chiudere, come altre sei parrocchie, se l’insicurezza nella zona dovesse persistere. Domenica 5 febbraio durante la Messa nella cattedrale di Cristo Re, Mons.

 

Lodu ha invitato i fedeli a pregare affinché i missionari e le missionarie comboniani non siano costretti ad abbandonare la parrocchia, alla quale sono annessi una scuola e un ambulatorio. Strutture che, se abbandonate, rischiano di essere saccheggiate con grave danno per la popolazione locale. (p. Ciro Biondi)