In ogni numero di “Popoli e Missione”, all’interno dell’Inserto PUM, a firma della nostra collaboratrice Loredana Brigante viene pubblicato un articolo che presenta un Centro missionario diocesano (CMD). Volentieri lo rilanciamo anche sul sito di Missio, certi che possa essere un’occasione di conoscenza vicendevole e uno stimolo di confronto per tutti i Centri missionari delle varie diocesi d’Italia. Questa nuova “Finestra sulle diocesi” accompagna nel Centro missionario diocesano di Vercelli.

Quella di Vercelli è la diocesi di monsignor Luigi Locati, il vescovo martire ucciso in Kenya il 14 luglio 2005 con un colpo di pistola. Oggi, a distanza di 20 anni, nella “sua” Isiolo, non ci sono più preti diocesani, dopo una lunga e proficua storia di cooperazione iniziata nel 1963. Ed è terminata anche l’esperienza nella Chiesa del Mozambico, affidata al clero locale. «Gli ultimi fidei donum a rientrare sono stati don Carlo Donisotti, don Pio Bono e la volontaria laica Caterina Fassio», ci informa don Patrizio Maggioni, 49 anni, direttore del Centro missionario diocesano. «La mancanza di presenze lì non facilita il sostegno che vogliamo dare alle missioni, perché è importante ci sia una persona che faccia da raccordo tra l’Italia e l’Africa», continua il sacerdote.

«Per questa ragione, il nostro vescovo, monsignor Carlo Arnolfo, ha pensato di fare un’operazione inversa: da qualche anno, stiamo accogliendo dei sacerdoti kenyoti affinché, mentre implementano i loro studi, possiamo conoscerci e creare con loro fraternità». In diocesi, ci sono già stati due preti stranieri che, rientrati, continuano ad avere contatti con il Centro missionario, confrontandosi vicendevolmente sul lavoro svolto e sulle azioni di sostegno.

«Un impegno importante, che coinvolge tante persone, è quello relativo alle adozioni a distanza, non più rivolte al bambino singolo ma all’intera scuola. Riguardo ai progetti in missione (asili, pozzi, ecc.), chiediamo che siano ben rendicontati perché teniamo molto al fatto che le offerte arrivino a buon fine».

Con incontri già programmati nelle scuole, la sfida del CMD di Vercelli per quest’anno, invece, riguarda i giovani: «I grandi assenti che speriamo di riavvicinare al Vangelo attraverso il canale della proposta missionaria».

Per concludere, don Patrizio esprime gratitudine ai fidei donum «per il gran lavoro svolto e per il bene che hanno portato in quelle terre. Rientrando, sicuramente non è facile per loro riabituarsi alla nuova vita, ma con spirito di sacrificio sono a disposizione di ciò che chiede oggi la Chiesa italiana, diventata anch’essa terra di missione». Servirà un modo di operare diverso, perché in Africa era “nuova evangelizzazione”, mentre qui si tratta di «cercare di evangelizzare una realtà che si sta scristianizzando.