Con il mese di gennaio, in occasione del Giubileo 2025, ecco una nuova rubrica: su questo sito e sulla rivista “Popoli e Missione” viene raccontata una storia, correlata da un video, di un missionario o una missionaria a servizio di altri fratelli e sorelle nel mondo.
In questo spazio intitolato “Speciale Giubileo” vogliamo mettere in evidenza l’opera di coloro che nella loro quotidianità diventano non solo “pellegrini”, ma anche “costruttori” di Speranza, là dove il Signore li ha inviati come “missionari”.
Nella bolla di indizione del Giubileo 2025, papa Francesco invita anzitutto a «porre attenzione al tanto bene che è nel mondo per non cadere nella tentazione di ritenerci sopraffatti dal male e dalla violenza» (n. 7).
I segni dei tempi, oltre ad esprimere l’anelito di tanta parte dell’umanità, chiedono di essere trasformati in “segni di speranza”. Come? Per esempio, osando la pace in tempo di guerra; non perdendo il desiderio di trasmettere la vita in mezzo all’inverno demografico; privilegiando la giustizia riparativa rispetto a quella punitiva per i detenuti.
Di mese in mese un missionario ci racconterà, anche attraverso un breve video, come testimonia e diffonde speranza tra la sua gente.
Il primo appuntamento è con fra’ Paolo Maria Braghini, missionario cappuccino che dal 2005 vive a Belém di Solimões, nell’Amazzonia brasiliana.
Qui ecco l’articolo di Loredana Brigante che racconta chi è e cosa fa fra’ Paolo (uscito sul numero di gennaio di “Popoli e Missione”).
Qui ecco la video-testimonianza del missionario.